Teobaldo Ciconi
|Speronella. Tragedia
Atto secondo
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Extrait du texte
Sala come nell’Atto primo
— Scena I —
Pagano e Marco uscendo da parti opposte.
Marco: Or ben, parlò l’ambasciator?
Pagano: Superbo
quanto ch’il manda.
Marco: E disse?...
Pagano: Molto: infido
Barbarossa m’estima. Unica causa
delle sommosse popolari, tante
e pur sempre represse, ei me sol chiama.
Voce parlò che oppresso il popol, rugge
e tacito s’allarma.
Marco: E perciò...
Pagano: Teme;
ei teme.
Marco: Vile!
Pagano: Oh!... ai re, cui la corona
non voto uman, la forza diè, vacilla
l’alma che un dì lor non si schianti questo
mal fermo serto! V’ha di cittadini
spirti un furor, che i grandi ignoran, truce
quanto l’ira de’ cieli. A Federico
fido fui sempre, il sono io, ch’ei prescelse
alla fatai reggenza: eppur paura,
dubbio, codardo dubbio in lui non salda
fan la possanza... e me sospetta...
Marco: Allora
la vicariale dignità che monta?
Forse ch’ei solo a governar ...
Pagano: No: ha molte
di Lamagna il signor terre, e a frenarle
non bastava egli solo. Fiero troppo
usò i suoi diritti, e non ascose all’ombra
di bontà la f...
© Editore XY.IT, 2010
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