Introduzione
p. 8-12
Texte intégral
1Questo libro è il frutto di un percorso scientifico e accademico che si è sviluppato, nel corso di più di vent’anni, lungo due linee di ricerca che si sono costantemente intrecciate e reciprocamente approfondite: per un verso, l’analisi storico-artistica e antropologica della ceramica greca figurata di VIII e VII secolo; per un altro, la ricerca archeologica nel sito che noi riconosciamo attualmente come la più importante sede di produzione di questa ceramica in Italia meridionale: Incoronata.
2Un lavoro come questo non sarebbe stato infatti possibile, nella sua configurazione attuale, senza il ricorso a una continua e serrata dialettica fra questi due poli: l’immaginario figurativo, i contesti di scavo. Essi, illuminandosi reciprocamente secondo una progressiva dinamica fattuale e intellettuale, consentono oggi di rendere pubblici i risultati di una ricerca che credo possa contribuire a una migliore comprensione del mondo mediterraneo protoarcaico, e più in particolare delle relazioni intrattenute fra le comunità indigene e le genti greche che frequentarono queste aree prima, accanto o durante il fenomeno della colonizzazione.
3Studiare questa specifica documentazione archeologica significa infatti, innanzi tutto, entrare intensamente in contatto con questi due poli interdipendenti, che costituirono le due facce di una stessa medaglia: una medaglia che riflette un fenomeno storico caratterizzato da protagonisti differenti per nome e origini geografiche, ma partecipanti di un orizzonte ideologico e culturale profondamente condiviso; da individui che, per capire, descrivere e controllare il loro mondo, e per riprodurne le coordinate in immagini e parole, impiegarono strumenti e modalità comuni. Questo libro tratta infatti di oggetti, immagini e idee che, per un verso, accompagnarono l’esistenza di quei Greci che, nel VII secolo, partirono dal Mar Egeo lasciando le loro terre, isole, case, persone, affetti, per venire a installarsi in Italia meridionale presso comunità per lo più non greche; per un altro, che improntarono le esperienze e l’ideologia di quelle genti indigene che li accolsero, presso le quali – e per le quali – i pittori e i ceramisti che qui abbiamo studiato hanno trasmesso il loro savoir-faire, la loro imagerie, i loro racconti mitici; infine, che costituirono parte integrante della formazione di quelle genti greche delle “madrepatrie” da cui i nostri ceramografi provennero, e con le quali entrambe queste comunità non ebbero mai smesso di intrecciare contatti, nel tempo come nello spazio.
4È questo dunque, sostanzialmente, l’obiettivo delle presenti pagine: attraverso l’esame di un capitolo della cultura materiale e intellettuale – la documentazione ceramica e l’immaginario figurativo che la caratterizza – cercare di meglio comprendere il significato di questo fondamentale fenomeno storico, alla luce del linguaggio iconografico e stilistico proprio di comunità che ci hanno lasciato, in proporzione, rarissime testimonianze scritte; di cogliere i meccanismi di interazione socioculturale in opera all’interno, come all’esterno, di queste comunità, le quali esercitarono la loro egemonia nei territori che si affacciavano sulla costa ionica della penisola italiana in una fase storica di tipo para- (o proto-) coloniale. In tale prospettiva, occorre sottolineare fin da ora come la presente ricerca si inserisce in – e nel contempo contribuisce a costruire – una rinnovata stagione di studi: nell’ambito delle metodologie sia storico-artistiche, sia archeologiche, sia storiche, laddove una percezione più rispettosa dei contesti e più sofisticata delle immagini scaturisce oggi da un approccio più antropologico e al tempo stesso meno classicisticamente ellenocentrico.
5Questo lavoro nasce alla fine del secolo scorso, nel 1999, quando, all’Università degli Studi di Milano, ottenni un contratto di collaborazione di ricerca post-dottorale presso il Dipartimento di Scienze dell’Antichità-sezione di Archeologia, allo scopo di studiare la ceramica greca figurata prodotta in Italia meridionale nel VII secolo a.C.
6Nel corso di quegli anni mi fu così data l’opportunità di recarmi nelle sale e nelle riserve dei musei archeologici di Taranto, Metaponto, Policoro, Sibari, Crotone, per accedere all’esame diretto, allo studio e alla catalogazione del materiale presentato in questo libro. In quell’occasione, tutto il personale e i colleghi delle Soprintendenze mi hanno sempre aperto le porte con grande cortesia e disponibilità. Non potendoli tutti ringraziare, voglio rivolgere la mia più sincera e profonda gratitudine alle persone (alcune delle quali, essendo passato il tempo, non sono purtroppo più fra noi) di Ettore De Juliis e Grazia Angela Maruggi per la Puglia; Maria Luisa Nava, Salvatore Bianco e Antonio De Siena per la Basilicata; Silvana Luppino e Roberto Spadea per la Calabria.
7Questa ricerca affonda dunque le sue radici nell’ambito della mia formazione presso l’Università degli Studi di Milano, dove il mio maestro, Piero Orlandini, aveva praticato il suo magistero, istillandomi il piacere dello studio dell’archeologia dei luoghi ai quali egli aveva consacrato la sua vita: l’Italia meridionale e la Sicilia. Lavorare al suo fianco significava avere nel contempo l’opportunità di frequentare assiduamente anche Dinu Adamesteanu: un’esperienza – come tutti quelli che lo hanno conosciuto sanno – non facilmente dimenticabile. È per me ancora piacevolmente vivo il ricordo delle serate passate nella villa di Policoro con les deux de Géla, questi due grandi archeologi che hanno contribuito, insieme e ciascuno a modo suo, a trasformare la Basilicata in uno dei luoghi-chiave dell’archeologia mediterranea. Come noto, si deve proprio a Dinu Adamesteanu la scoperta del sito di Incoronata e il programma della sua valorizzazione scientifica, e a Piero Orlandini il grande lavoro di esplorazione archeologica e di studio dei materiali che, nel corso dell’ultimo trentennio del secolo scorso, quella collina aveva rivelato al mondo.
8È in continuità con questo contesto, umano e accademico, che nacque, agli inizi degli anni 2000, il progetto di scavi e ricerche a Incoronata da parte della missione dell’Università Rennes 2, da me diretta, in virtù del quadro istituzionale connesso alla mia nomina a professore ordinario presso quell’ateneo. I risultati di queste campagne, avviate nel 2002 e tuttora in corso, consentono oggi di gettare una luce fondamentale sulla comprensione dei contesti d’uso e del quadro cronologico e storico entro i quali si inserisce la documentazione ceramica presa in considerazione in questa sede.
9È dunque principalmente grazie a questi due grandi protagonisti dell’archeologia lucana e magnogreca che la ricerca che oggi vede la luce è stata possibile. Alla memoria di Piero Orlandini e Dinu Adamesteanu questo libro è dedicato.
10Il presente volume costituisce il primo di una serie di monografie consacrate allo studio dei contesti di scavo e dei materiali archeologici della missione dell’Università Rennes 2 (Laboratoire LAHM, UMR 6566 CReAAH) a Incoronata1. Il supporto finanziario è stato garantito dai fondi per la ricerca dell’Institut universitaire de France, di cui l’autore è membro Senior: un supporto che va ben al di là dell’aspetto economico, ampliandosi al fondamentale tempo da dedicare allo studio che questa benemerita istituzione consente ai suoi membri.
11Ringrazio vivamente Claude Pouzadoux, Valérie Huet e Priscilla Munzi per aver voluto accogliere questo libro nella prestigiosa sede delle pubblicazioni del Centre Jean Bérard, Maria Giovanna Canzanella, Magali Cullin Mingaud e Giuseppina Stelo per l’importante lavoro editoriale. Questa scelta appare del resto naturale e particolarmente coerente per almeno tre ragioni. Per un verso, essa scaturisce dalla prolifica collaborazione scientifica tra le nostre istituzioni, attiva dal 2016 nell’ambito del progetto di ricerca Italie du Sud del ministère de l’Europe et des Affaires étrangères e inserita attualmente nell’ambito del programma quinquennale 2022-2026 Organisation et gestion des espaces urbains et périurbains en Italie du Sud dans l’Antiquité. Per un altro, essa riflette una precisa continuità tematica, testimoniata dalle fondamentali pubblicazioni che il Bérard ha tradizionalmente prodotto sull’argomento che costituisce il cuore del presente lavoro2. Infine, last but not least, essa si fonda su un rapporto di lavoro, e soprattutto umano, particolarmente profondo e costruttivo.
12Senza i fondamentali risultati della missione archeologica di Rennes 2 a Incoronata, che vi opera da vent’anni, questo lavoro non sarebbe stato possibile nella sua forma attuale – profondamente ancorato, com’è, ai contesti di provenienza, di fabbricazione e d’uso della ceramica. Un ringraziamento doveroso è dunque da rivolgere ai funzionari della Soprintendenza Archeologia e Belle Arti della Basilicata e del Polo museale della Basilicata (fra i quali vorrei citare, come reale exemplum virtutis, almeno una persona: Mara Romaniello), oltre che a Elena Calandra, direttrice dell’Istituto Centrale per l’Archeologia, per il sostegno e la collaborazione dimostrata in tutti questi anni. Un grazie particolare intendo rivolgere ai membri della mia équipe di scavo e ricerca di Incoronata, con cui ho condiviso momenti intensi e bellissimi di studio, scavo, scoperte e, soprattutto, di vita.
13È per me infine materialmente impossibile ringraziare tutti i colleghi e gli amici con i quali sono entrato in contatto nel corso dei lunghi anni di gestazione di queste pagine, per il loro aiuto, i suggerimenti, i consigli. Fra tutti, vorrei evocare il nome di un maestro con il quale non posso più dialogare: Mario Torelli.
14Questo libro non sarebbe stato possibile senza l’ausilio quotidiano e la grande forza che i membri della mia famiglia mi hanno sempre trasmesso (i miei splendidi figli Luca, Teresa, Giacomo, Camille, Guillaume, William) insieme alla mia meravigliosa metà, la musa Valérie. A essi debbo aggiungere – per coerente dovere tematico e metodologico nei confronti dei contenuti del presente studio – l’energia scaturita, e ricevuta a piene mani, dalla sfera vegetale: le palme, gli ulivi e la vite con i quali dialogo quotidianamente nel mio giardino; così come dalla sfera animale: in tal caso non leoni, pantere, cavalli, Grifi, Chimere, ma i numerosissimi uccelli che svolazzano e cantano senza mai stancarsi, e soprattutto i miei cani: la dolce Melina, il geniale piccolo Tommy e, prima di lei, la piccola ma non meno vigorosa Julia e la grande Martha.
15Se i miei antenati potessero ascoltarmi – come veniva ritenuto, molto probabilmente a ragione, dagli uomini e dalle donne che sono stati studiati e continuamente evocati in questa ricerca – è anche verso di loro che intendo esprimere la mia gratitudine, per il supporto e l’affetto che mi hanno offerto nel corso degli anni più giovani della mia vita.
Abbreviazioni
16Le abbreviazioni sono tratte dalla terminologia anglosassone:
17AH = Elladico Antico
18MH = Elladico Medio
19LH = Elladico Recente
20LM = Minoico Recente
21PG = Protogeometrico
22EG = Geometrico antico
23MG = Geometrico medio
24LG = Geometrico tardo
25EPA = Protoattico antico
26MPA = Protoattico medio
27LPA = Protoattico tardo
28EPC = Protocorinzio antico
29MPC = Protocorinzio medio
30LPC = Protocorinzio tardo
31EWGS = Wild Goat Style antico
32MWGS = Wild Goat Style medio
33LWGS = Wild Goat Style tardo
34NB: Tutte le date sono da considerare a.C.
Carta geografica dei siti di provenienza della ceramica.

Elaborazione M. Denti, da Google Earth.
Notes de bas de page
1 Sono attualmente in preparazione le monografie di Josipa Mandić sulla ceramica greca non figurata di produzione locale, di Cesare Vita sulla ceramica matt painted, di Francesca Ippolito sulla ceramica a impasto, di Lisa Marchand su tecniche e strutture architettoniche. Tre tesi di dottorato da me dirette sono consultabili on line: François Meadeb, La céramique achrome de l’Incoronata. Concepts, terminologies, typologies d’une production indigène de l’âge du Fer (2016); Clément Bellamy, La céramique indigène peinte de l’Incoronata. Étude typo-fonctionnelle et anthropologique d’une production de l’âge du Fer en Italie méridionale (2017); Mathilde Villette, Physionomie d’un espace artisanal et processus de fabrication de la céramique à l’âge du Fer sur la côte ionienne de l’Italie du Sud : l’atelier de potiers de l’Incoronata (2017).
La nostra équipe ha avviato il programma di pubblicazione dei diversi settori dello scavo, i quali necessitano ancora di una serie di approfondimenti stratigrafici e in estensione per potere riceverne un’edizione completa e coerente. In questi anni abbiamo optato per una politica scientifica di pubblicazione sistematica dei risultati delle campagne di scavo sotto forma: a) di annuali e dettagliati rapporti di scavo (nelle Chroniques des activités archéologiques de l’École française de Rome e, a partire dal 2020, nel Bulletin des Écoles archéologiques françaises à l’étranger) e b) di lavori dedicati all’approfondimento dei principali contesti portati alla luce, così come delle problematiche tematiche e metodologiche, scaturite dalle nostre ricerche, nell’obiettivo di illustrare alla comunità scientifica i risultati dei lavori in tempo reale.
Oltre alla bibliografia che il lettore troverà ampiamente utilizzata nelle pagine che seguono, tali questioni sono state oggetto della pubblicazione di tre convegni internazionali, attraverso i quali abbiamo cercato di inserire i risultati delle nostre ricerche all’interno del più ampio dibattito scientifico sui principali argomenti trattati: Denti, Tuffreau Libre 2013; Denti, Bellamy 2013; Denti, Villette 2019.
2 Ricordo almeno Les céramiques de la Grèce de l’Est, 1978 e La céramique grecque, 1982.

Le texte seul est utilisable sous licence Creative Commons - Attribution - Pas d'Utilisation Commerciale - Pas de Modification 4.0 International - CC BY-NC-ND 4.0. Les autres éléments (illustrations, fichiers annexes importés) sont « Tous droits réservés », sauf mention contraire.
Les bois sacrés
Actes du Colloque International (Naples 1989)
Olivier de Cazanove et John Scheid (dir.)
1993
Énergie hydraulique et machines élévatrices d'eau dans l'Antiquité
Jean-Pierre Brun et Jean-Luc Fiches (dir.)
2007
Euboica
L'Eubea e la presenza euboica in Calcidica e in Occidente
Bruno D'Agostino et Michel Bats (dir.)
1998
La vannerie dans l'Antiquité romaine
Les ateliers de vanniers et les vanneries de Pompéi, Herculanum et Oplontis
Magali Cullin-Mingaud
2010
Le ravitaillement en blé de Rome et des centres urbains des début de la République jusqu'au Haut Empire
Centre Jean Bérard (dir.)
1994
Sanctuaires et sources
Les sources documentaires et leurs limites dans la description des lieux de culte
Olivier de Cazanove et John Scheid (dir.)
2003
Héra. Images, espaces, cultes
Actes du Colloque International du Centre de Recherches Archéologiques de l’Université de Lille III et de l’Association P.R.A.C. Lille, 29-30 novembre 1993
Juliette de La Genière (dir.)
1997
Colloque « Velia et les Phocéens en Occident ». La céramique exposée
Ginette Di Vita Évrard (dir.)
1971