1 J. G. Fichte, Tranzendentale Logik (20 aprile - 14 agosto 1812), GA II/14, pp. 1-179; citerò dalla tr. it. a cura di A. Bertinetto, Logica trascendentale. Prima parte: L’essenza dell’empiria, Milano, Guerini, 2000 (abbreviazione = Logik-1).

2 J. G. Fichte, Ueber das Verhältnis der Logik zur Philosophie oder Transscendentale Logik (ottobre-dicembre 1812), in GA II/14, pp. 181-400; citerò dalla tr. it. a cura di A. Bertinetto, Logica trascendentale. Seconda parte: La relazione tra la logica e la filosofia, Milano, Guerini, 2004 (abbreviazione = Logik-2).

3 Su questa questione resta fondamentale la lettura di L. Pareyson, Fichte. Il sistema della libertà, Milano, Mursia, 1976².

4 Kant aveva, com’è noto, considerato la Dottrina della scienza come mera logica. Cfr. la «Erklärung» nello Intelligenzblatt der “Allgemeinen Literatur Zeitung”, in Ak, XII, p. 370. Sulla questione cfr. M. Ivaldo, I principi del sapere. La visione trascendentale di Fichte, Napoli, Bibliopolis, 1987, pp. 33-44.

5 L’approccio fichtiano alla logica sembra dunque prefigurare certi aspetti della fenomenologia trascendentale di E. Husserl (almeno per quanto concerne Erfahrung und Urteil (1939, 1948; tr. it. di F. Costa e L. Samonà, Esperienza e giudizio, Milano, Bompiani, 1995) e Transzendentale und formale Logik (1929), tr. it. di G. D. Neri, Logica formale e trascendentale. Saggio di critica della ragione logica, Roma-Bari, Laterza, 1966): entrambi i filosofi intendono peraltro genetizzare non soltanto la logica, ma anche quegli aspetti del pensiero logico-trascendentale kantiano che secondo loro sono ancora affetti da fattualità.

6 Cfr. I. Kant, KrV B, p. 131; tr. it. di G. Gentile e G. Lombardo-Radice, riveduta da V. Mathieu, Critica della ragion pura, Roma-Bari, Laterza, 1963⁸, p. 137: «L’Io penso deve poter accompagnare tutte le mie rappresentazioni».

7 Due osservazioni. 1. già nelle due Introduzioni alla dottrina della scienza degli anni jenesi, Fichte aveva discusso criticamente il concetto kantiano di appercezione trascendentale (su questa questione, in riferimento alla struttura teoretica dell’autocoscienza si veda il contributo di A. Acerbi in questo volume; per quanto concerne invece più da vicino Logik-1 e Logik-2 mi permetto di rimandare a A. Bertinetto,“Wäre ihm dies klar geworden, so wäre seine Ktk. W.L. geworden”: Fichtes Auseinandersetzung mit Kant in den Vorlesungen über Transzendentale Logik, in “Fichte-Studien”, c.s.). 2. La relazione tra unità sintetica e unità analitica nel quadro della deduzione trascendentale kantiana è un problema assai complesso, sulla cui comprensione le interpretazioni degli studiosi divergono anche radicalmente. Privilegiando il momento identitario-analitico su quello sintetico, l’interpretazione fichtiana ne offre comunque una delle possibili soluzioni.

8 Si mostra in tal modo la relazione tra sapere trascendentale e sapere empirico, comune. Logik-1 (così come fanno anche le esposizioni della WL di questo periodo) svolge questo passaggio mediante la teoria della riflessibilità, la «possibilità della riflessione», che costituisce il fondamento genetico dell’appercezione. La DS del 1813 introduce a questo riguardo anche il concetto di «appercettibilità»: cfr. WL 1813, in SW IX, p. 84.

9 Cfr. Logik-1, pp. 57 e 69.

10 Sull’immagine come elemento primo irriducibile della logica trascendentale, in quanto autorelativo, cfr. W. M. Martin, Nothing More or Less than Logic: General Logic, Transcendental Philosophy, and Kant’s Repudiation of Fichte’s Wissenschaftslehre, in “Topoi”, 22, 2003, pp. 29–39.

11 Per quanto concerne la struttura dell’immagine mi sia consentito rinviare alla mia Introduzione a Logik-2 e ai miei Philosophie de l’imagination – philosophie comme imagination. La Bildlehre de J.G. Fichte (in J.-C. Goddard e M. Maesschalck (a cura di), Fichte. La philosophie de la maturité (1804-1814). Réflexivité, phénoménologie et philosophie, Paris, Vrin, 2003, pp. 55-74) e (DurchEinheit. L’immagine come trascendentale (tra il Sofista e la Dottrina della scienza), in L. Bagetto (a cura di), “Immagine e scrittura”, Roma, Valter Casini, c.s.).

12 Cfr. Logik-2, p. 240: «Vogliamo dimostrare il pensiero nel sapere originario che è assolutamente dato; ma questo è un’intuizione, e quindi in essa può essere soltanto intuito il pensiero, o piuttosto il suo prodotto: contro il suo [di Kant; A.B.] “Io penso” noi diciamo: il pensiero stesso o il sapere pensa; quell’Io penso [è per lui] puro, sicché il pensiero sarebbe l’assolutamente primo. – Per noi [ciò significa]: il sapere pensa, certamente nel sapere, cioè nell’intuizione immediata. Tuttavia il primo e sommo prodotto del pensiero è l’Io, e in esso nella sua ulteriore determinazione sono contenuti tutti gli altri concetti». Cfr. per es. anche Logik-2, p. 114.

13 Sulla questione, in rapporto alla WL 1805, mi sia consentito rinviare a A. Bertinetto, Genèse et récursivité: la déduction des catégories dans la Doctrine de la Science 1805 de J.G. Fichte, in “Révue de Métaphisique et de Morale”, 4 (octobre), 2007, pp. 521-553.

14 Sulla questione si veda, tra gli altri, G. Rametta, Le strutture speculative della dottrina della scienza. Il pensiero di J.G. Fichte negli anni 1801-1807, Genova, Pantograf, 1995.

15 Sul quale cfr. per lo meno S. Furlani, L´ultimo Fichte. Il sistema della Dottrina della scienza negli anni 1810-1814.

16 Ho discusso la questione in A. Bertinetto, L’essenza dell’empiria. Saggio sulla prima «Logica trascendentale» di J. G. Fichte, Napoli, Loffredo, 2001. La tesi qui difesa è stata discussa e criticata in F. Ferraguto in Dimensioni trascendentali e speculative del problema della introduzione alla dottrina della scienza (in “Archivio di Filosofia”, 2005) che propone una soluzione diversa al problema dell’introduzione alla DS. A differenza dei «Fatti della coscienza» la logica trascendentale è introduzione e parte della DS (cfr. Logik-2, p. 85 «La logica trascendentale [è] però in parte dottrina della scienza, geneticamente»), perché ricondurre la coscienza empirica alle proprie condizioni di possibilità, mostrandone la genesi, significa indicarne la sua funzione in rapporto al sapere trascendentale. Nel compiere l’operazione preliminare e introduttiva (in cui oltre a fondare il sapere fattuale della coscienza empirica vengono illustrati gli errori della filosofia della natura e della logica formale: psicologismo, astrattismo, dogmatismo), la logica trascendentale indica infatti nello stesso tempo quale sia il senso e la funzione dell’empiria nell’ambito della DS.

17 Cfr. J. Searle, Atti linguistici. Saggio di filosofia del linguaggio [1969], Torino, Boringhieri, 1976.

18 Sulla questione si veda I. Thomas-Fogiel, Fichte. Réflexion et argumentation, Paris, Vrin, 2004. L’autrice contrappone la logica ricorsiva dell’argomentazione trascendentale alla logica formale di Russell che rifiuta l’autoriferimento. Si noti che la ricorsività è un concetto matematico con il quale si definisce il dominio dei numeri naturali. Esso è un insieme infinito di unità discrete, ognuna delle quali non si può che definire ricorsivamente come la somma un unità al suo antecedente (se la serie dei numeri naturali è infinita, non è infatti possibile definirli tutti in modo diretto). Ora, lo schema che generalmente si associa al concetto di funzione è quello di una macchina che trasforma un dato x₀ in entrata in un certo x₁ in uscita. Una funzione è dunque ricorsiva se, ponendo che f sia una funzione di dominio X e f(X) + X  «allora il dato in uscita x₁  è reintrodotto in ingresso e l’ x₂=f(x₁)=f(f(x₀)) in uscita, ancora reintrodotto, e così via».

19 J. G. Fichte, Dottrina della scienza, tr. it. di A. Tilgher, nuova edizione ulteriormente riveduta e corretta da F. Costa, Roma-Bari, Laterza, 1993², p. 184: «Ciò che è presupposto non si può spiegare se non con ciò che si è trovato; e ciò che si è trovato non si può spiegare se non con ciò che si è presupposto».