• Contenu principal
  • Menu
OpenEdition Books
  • Accueil
  • Catalogue de 15381 livres
  • Éditeurs
  • Auteurs
  • Facebook
  • X
  • Partager
    • Facebook

    • X

    • Accueil
    • Catalogue de 15381 livres
    • Éditeurs
    • Auteurs
  • Ressources numériques en sciences humaines et sociales

    • OpenEdition
  • Nos plateformes

    • OpenEdition Books
    • OpenEdition Journals
    • Hypothèses
    • Calenda
  • Bibliothèques

    • OpenEdition Freemium
  • Suivez-nous

  • Newsletter
OpenEdition Search

Redirection vers OpenEdition Search.

À quel endroit ?
  • Publications de l’École française de Rom...
  • ›
  • Collection de l'École française de Rome...
  • ›
  • Ostia e Portus dalla Repubblica alla Tar...
  • ›
  • III – Ostia tardo-antica e cristiana
  • ›
  • Le iscrizioni cristiane di Ostia
  • Publications de l’École française de Rom...
  • Publications de l’École française de Rome
    Publications de l’École française de Rome
    Informations sur la couverture
    Table des matières
    Liens vers le livre
    Informations sur la couverture
    Table des matières
    Formats de lecture

    Plan

    Plan détaillé Texte intégral La provenienza delle iscrizioni Cronologia Aspetti del formulario funerario Oltre le iscrizioni sepolcrali: testimonianze di interventi edili Bibliographie Notes de bas de page Auteur

    Ostia e Portus dalla Repubblica alla Tarda Antichità

    Ce livre est recensé par

    Précédent Suivant
    Table des matières

    Le iscrizioni cristiane di Ostia

    Materiali per l’edizione di un volume delle Inscriptiones christianae Italiae

    Donatella Nuzzo

    p. 275-288

    Résumés

    Si presentano in questa sede alcune riflessioni preliminari a un riesame della produzione epigrafica ostiense di committenza cristiana, mai stata oggetto di uno studio monografico, in vista dell’edizione di un volume delle Inscriptiones christianae Italiae. Delle numerose iscrizioni di carattere funerario si evidenziano soprattutto i caratteri del formulario, con particolare riferimento a quelle espressioni utili a definire il processo di formazione di un linguaggio specifico dei cristiani nel III secolo. Si riflette anche sulle non molte epigrafi riferibili a funzioni non sepolcrali. Esse, seppure di scarso numero, attestano l’interesse evergetico da parte di personaggi appartenenti a una delle principali famiglie romane, quella degli Anici. Sono rare anche le iscrizioni che attestano l’iniziativa episcopale, diversamente da quanto si riscontra nella vicina città di Portus.

    Some preliminary data resulting from a re-examination of the Christian epigraphic production of Ostia are here presented; these data have never been the topic of a monographic study, with the perspective of an edition for the Inscriptiones christianae Italiae. Of the numerous funerary inscriptions, I examine especially the features of the formulary, with reference to those expressions useful to define the process of formation of a specific language of Christians in the third century. Some considerations concern the not many epigraphs referable to non-sepulchral functions. Although small in number, they attest to the evergetic interest on the part of characters belonging to one of the main Roman families, that of the Anici. Are almost infrequent the inscriptions attesting the episcopal initiative, unlike what is found in nearby city of Portus.

    Entrées d’index

    Keywords : early Christian inscriptions, cronology, formulas, Christian patronage

    Parole chiave : iscrizioni cristiane, cronologia, formulari, committenza

    Texte intégral Bibliographie Notes de bas de page Auteur

    Texte intégral

    1Le iscrizioni cristiane di Ostia non sono mai state oggetto di uno studio monografico e di una edizione complessiva, mentre la loro consistenza numerica, le peculiarità dei formulari e, soprattutto, la specificità del contesto ostiense consentono di prefigurarne la rilevanza per la definizione del profilo della comunità cristiana nel più ampio quadro della città tardoantica1. Quelle presentate in questa sede sono riflessioni ancora certamente parziali, preliminari a un riesame generale della produzione epigrafica ostiense di committenza cristiana, in vista dell’edizione di un volume delle Inscriptiones christianae Italiae2.

    2La documentazione finora raccolta, essenzialmente attraverso la ricerca bibliografica3, consiste in circa centocinquanta iscrizioni lapidarie, quantità che può giustificare la scelta di una trattazione specifica. Tale numero (valutato in rapporto alle attestazioni di altri centri urbani4) riflette la presenza a Ostia di una comunità organizzata già nel 313, quando il vescovo Maximus sottoscrisse gli atti del concilio romano convocato da Costantino5 e poco dopo (nel 314) con la partecipazione dei presbiteri Leontius e Mercurius al concilio di Arles6. L’importanza dell’episcopato ostiense è attestata poi da Agostino, il quale ricorda che il vescovo di Ostia aveva il diritto di consacrare il presule di Roma7. Inoltre, nel Liber Pontificalis si riporta che papa Marco (336) constituit ut episcopus Hostiae … palleum uteretur8: benché la notizia sia da riferire piuttosto al momento della più tarda compilazione della biografia papale, essa testimonia l’attribuzione del privilegio del pallio al vescovo ostiense quale elemento rilevante nel riconoscimento del ruolo della sede episcopale9.

    3Nella Depositio martyrum (composta entro l’anno 354), al giorno 8 agosto, è riportato un elenco di martiri con il riferimento al VII miglio della via Ostiense: Ciriaco, Largo, Crescenziano, Memmia, Giuliana, Smaragdo10. Gli stessi compaiono anche nel Martirologio Geronimiano, in cui si aggiungono le menzioni di Aurea, Ilarino, Ciriaco, Asterio e Agnese, tutti martiri ostiensi tranne la romana Agnese, commemorata a Ostia il 18 ottobre11.

    4Anche sul piano delle attestazioni monumentali, oltre alla chiesa episcopale12, la basilica beatorum apostolorum Petri e Pauli et Iohannis Baptistae, nota dal Liber Pontificalis e individuata nel settore meridionale della città presso le mura, commissionata da Costantino, piuttosto articolata risulta essere la situazione nel suburbio meridionale della città, in cui si registra una intensa e prolungata occupazione funeraria. In tale contesto si inserisce la maggior parte delle attestazioni monumentali ed epigrafiche di committenza cristiana, relative a costruzioni di carattere martiriale e funerario.

    La provenienza delle iscrizioni

    5È necessario sottolineare che molte iscrizioni cristiane risultano di provenienza imprecisata, mentre conoscerne i contesti di pertinenza sarebbe ovviamente importante per lo studio dei vari aspetti della documentazione. Alcune di esse sono state ritrovate in area urbana, mentre per la maggior parte sono pertinenti alle aree di Pianabella, di S. Ercolano e, in numero minore, di Sant’Aurea, vale a dire al suburbio sud-orientale in cui si concentravano gli spazi funerari della città13. Va rilevata inoltre la grande mobilità dei materiali iscritti e il loro spostamento in funzione del reimpiego (dalla città al suburbio e viceversa) quali semplici elementi marmorei14. A Pianabella, per esempio, fu riutilizzata per la messa in opera del piano pavimentale della basilica un’iscrizione relativa all’assegnazione di uno spazio pubblico al corpus pistorum ostiense di evidente provenienza urbana15. Anche in città si reimpiegarono iscrizioni sepolcrali riferibili verosimilmente in origine ai cimiteri suburbani, come la lastra con l’epitaffio di Urgulania Venustina usata, come riporta il Paribeni, «come lastra da pavimento» di un ambiente posto lungo il decumano16.

    6Tornando alla basilica di Pianabella, l’unico edificio cristiano che si è potuto indagare con sistematicità, si sono verificati sia lo scarso numero delle iscrizioni sepolcrali cristiane, da riferire al limitato numero di sepolture e alla stessa tipologia delle tombe, sia la dispersione delle epigrafi nello scavo e la loro frammentarietà dovute alle attività di spoliazione. Solo in qualche caso si è potuto ipotizzare che alcuni epitaffi per forma, dimensioni e soprattutto per lo stato di consunzione delle superfici iscritte sono stati utilizzati per la chiusura delle sepolture pavimentali poste all’interno dell’edificio. La maggior parte dei frammenti rinvenuti non è, invece, attribuibile ad alcuno specifico tipo di tomba17.

    Cronologia

    7In ordine alla cronologia dei pezzi raccolti, si deve ribadire che la maggioranza delle epigrafi risulta priva del contesto di rinvenimento, cosa che rende in molti casi problematica la loro datazione. Le poche iscrizioni sepolcrali provviste di data consolare si concentrano tra l’ultimo trentennio del IV e la prima metà del V secolo18. Allo stesso periodo si deve attribuire anche l’epitaffio di santa Monica: l’epigrafe attesta un intervento realizzato in memoria della madre di Agostino, sepolta a Ostia nel 389, e che interessò la sua tomba, collocata nel cimitero connesso alla chiesa di Sant’Aurea19. L’iscrizione in distici era posta sulla tomba di Monica e fu voluta, come si legge in uno dei codici20, da un Bassus exconsul identificato con Anicio Auchenio Basso, console nel 40821. A una data non anteriore agli inizi del V secolo sono riferibili le iscrizioni cristiane ritrovate nella basilica di Pianabella, sulla base della cronologia attribuita alla costruzione dell’edificio in seguito alle indagini di scavo22.

    8Per quanto riguarda le iscrizioni di apparato, elementi interni al testo rimandano in due casi a una cronologia non molto diversa, compresa tra gli ultimi anni del IV secolo, con la dedica votiva del senatore Anicius Auchenius Bassus (prefetto urbano nel 382-383)23, e gli anni 494-499, in cui fu vescovo Bellator, committente di un epistilio rinvenuto a Pianabella24.

    9Fino ad oggi, in rapporto a una possibile datazione in età precostantiniana è stato dato particolare rilievo a due iscrizioni25. La prima è un epitaffio frammentario rinvenuto presso la sede degli Augustali che presenta in fondo al testo iscritto l’incisione di un’àncora disposta orizzontalmente26 (fig. 1). La rappresentazione dell’àncora, che caratterizza alcune iscrizioni rinvenute nei nuclei primitivi delle catacombe romane27, e l’uso dei tria nomina potrebbero orientare in questo senso. Tuttavia, entrambi gli aspetti non possono costituire una prova certa della datazione precostantiniana, che contrasta peraltro con la forma tarda [ces]quet o [ques]quet documentata nell’ultima riga. Anche l’epitaffio di Felica prepositus mediastinorum de Moneta, oficina prima è stato datato nei primi anni del IV secolo28. Tuttavia, come è stato notato, «un tale arco cronologico non sembra trovare riscontro nella paleografia e nell’organizzazione testuale dell’iscrizione, che si inquadrerebbe meglio in un periodo leggermente più tardo, sebbene ancora compreso nell’ambito del IV secolo29» (fig. 2).

    Fig. 1 – Epitaffio frammentario con àncora.

    Image

    Da Marinucci 1991

    Fig. 2 – Epigrafe sepolcrale di Felica.

    Image

    Da Marucchi 1910

    10In realtà ad un esame più attento la documentazione epigrafica cristiana ostiense di età precostantiniana – come si dirà – è senz’altro più consistente30.

    Aspetti del formulario funerario

    11La grande maggioranza delle iscrizioni lapidee cristiane è di carattere funerario. Per quanto riguarda i formulari usati negli epitaffi, particolare rilievo è stato attribuito all’espressione dormit/dormit in pace, in effetti molto ricorrente nei documenti ostiensi, anche se tale formula è attestata di frequente anche nel territorio laziale e a Roma conta più di duecento attestazioni31. Per questo motivo tutte le epigrafi in cui essa si trova sono state inserite tra le cristiane. Certamente la presenza del modulo in pace qualifica di per sé il testo per la sua committenza cristiana ma, nello stesso tempo, la sua assenza, mancando altri elementi specifici (quali per esempio la data di deposizione o, molto importante, il contesto di appartenenza dell’iscrizione) deve far riflettere sulla effettiva possibilità di classificare un testo come cristiano.

    12In questa prospettiva si muove il contributo di Marco Buonocore, dedicato ai Marci Annaei e in particolare al dibattuto epitaffio di Marcus Anneus Paulus Petrus32. Le altre epigrafi ostiensi prese in considerazione da Buonocore sono quelle della giovane Artemidora (fig. 3), di L(ucius) Iulius Euresius Filetus e di Felix, in cui è incisa l’espressione hic dormit, in relazione alla quale egli sottolinea che «non è raro recuperare tale formula, priva di ogni riferimento alla sfera cristiana, in contesti – oltre che letterari – epigrafici chiaramente pagani33». Come questa, in effetti, altre iscrizioni ostiensi34 in cui è presente la medesima espressione non contengono alcun altro elemento che rimandi concretamente alla più comune prassi epigrafica cristiana ed è quindi lecito domandarsi se veramente esse debbano essere considerate cristiane.

    Fig. 3 – Epigrafe sepolcrale di Artemidora.

    Image

    Da Marinucci 1991

    13È importante rilevare, a questo proposito, che l’uso del verbo dormire (con o senza in pace) si trova anche in alcune iscrizioni ostiensi databili nel III secolo caratterizzate dall’uso di espressioni quali cum deus permiserit, cum deus uoluerit, quando deus boluerit35:

    1. CIL XIV, 1893: Caelius / hic dormit / et Decria, / quando deus / boluerit (!) (fig. 4).

    2. CIL XIV, 1913: Lucceius Valerianus, / q(ui) uix(it) ann(is) XXVIII, et / Lucceius Valerius, / q(ui) uixit ann(is) XII, / et mater, cum / deus permiserit, / hic dormiunt (fig. 5).

    3. CIL XIV, 1915: [---]a hic dormit / [--- M]arciane fil(iae) et sibi / [cum coniuge? ---]ucio cum deus uoluerit.

    4. Ferrua 1983, p. 330-331 n. 19 e Granino Cecere 1988, p. 14-15 n. 7: Aspasiae co(n)iugi / [i]n pa[c]e dormienti / et S[e]xtio Leoni / [si d]e[us] permiserit.

    Fig. 4 – Epigrafe sepolcrale di Caelius e Decria. 

    Image

    Da Marinucci 1991

    Fig. 5 – Sarcofago di Lucceius Valerius, Lucceius Valerianus e della madre.

    Image

    Da Marinucci 1991

    14Tali espressioni di sottomissione alla volontà divina potevano avere il significato di ribadire la fede nell’unico Dio e caratterizzare la memoria funeraria dei cristiani36. Negli stessi anni, Tertulliano37 e Minucio Felice38 fecero ricorso a espressioni simili per affermare la naturale inclinazione degli uomini per il monoteismo39. Esse sono state attribuite anche da Ferrua a una committenza cristiana e giudicate distintive della produzione ostiense40.

    15Come è stato osservato, inoltre, la visione della morte come sonno, seppure non originale e ampiamente attestata nelle iscrizioni pagane ed ebraiche, era del tutto coerente con le attese escatologiche dei cristiani e perfettamente adeguata ad esprimere i principi della nuova fede41. Pertanto, la particolare diffusione del verbo dormire, insieme al più raro κοιμάω42, presente dal III al V secolo nelle iscrizioni ostiensi, seppure non esclusiva del linguaggio cristiano, credo possa consentire di attribuire alla committenza cristiana le iscrizioni in cui il verbo è attestato (fig. 6).

    Fig. 6 – Sarcofago di Aurelia Severa e Egrilia Sabina. 

    Image

    Da Marinucci 1991

    16L’analisi di tali espressioni, inserite nell’ambito di un formulario specifico ancora in via di definizione, può servire a tratteggiare il quadro dell’epigrafia cristiana sepolcrale ostiense e del suo processo formativo nel corso del III secolo. Sembra potersi affermare che, in maniera originale e indipendente dalla vicina comunità romana, a Ostia furono elaborati formulari compatibili, pure se non esclusivi, con la cultura cristiana, come attestano in particolare le espressioni cum deus permiserit, si deus permiserit, cum deus uoluerit, quando deus boluerit (!) e l’uso del verbo dormire per indicare il riposo nella tomba. È chiaro che, se per le prime si documentano un uso estremamente limitato nella quantità e il precoce abbandono, la formula dormit (in pace) si afferma invece con un successo tale da diventare l’elemento caratterizzante dell’epigrafia sepolcrale cristiana ostiense.

    17Lo studio delle iscrizioni potrà essere utile per definire la presenza cristiana a Ostia nel III secolo, una presenza di non facile lettura che seppure mancante di attestazioni monumentali, come è stato osservato in più occasioni43, si rivela invece piuttosto consistente alla luce della documentazione epigrafica44.

    Oltre le iscrizioni sepolcrali: testimonianze di interventi edili

    18Allo stato attuale della raccolta, esclusi i frammenti di dubbia attribuzione, non sono molte le epigrafi riferibili a funzioni non sepolcrali che si possono collegare a interventi di carattere costruttivo. Per quanto riguarda il contesto urbano si segnalano in particolare l’architrave della domus cd. dei Tigriniani45 e i pilastrini rinvenuti nell’oratorio delle Terme del Mitra46, mentre per il suburbio l’epistilio attestante i lavori del vescovo Bellator nella basilica di Pianabella47 , la colonnina iscritta della chiesa di Sant’Aurea48 e, verosimilmente, la dedica di Anicio Auchenio Basso, della moglie Turrenia Honorata e dei loro figli49.

    19Della discussa epigrafe incisa su un architrave di reimpiego, trovata nell’edificio riconosciuto come domus (dei Tigriniani), sono state proposte diverse letture e interpretazioni. Se, infatti, i primi studi sul testo erano decisamente orientati verso una interpretazione in senso battesimale (per il riferimento ai fontes e l’allusione ai quattro fiumi paradisiaci), più recentemente l’attenzione si è spostata sul contesto di pertinenza, evidente risultato di una serie di interventi ristrutturativi di un edificio a carattere residenziale50. Concordemente, d’altra parte, si è ritenuto di collocare l’iscrizione, piuttosto che in una basilica cristiana di età costantiniana (secondo la proposta di Calza51), in una domus databile in un periodo compreso tra la fine del IV e gli inizi del V secolo, come si è dedotto dall’analisi delle strutture contestuali alla probabile messa in opera del manufatto iscritto. Per riassumere le diverse posizioni finora espresse sull’epigrafe si possono indicare le due principali letture: quella che all’inizio della seconda riga intende {Ti}cri[st]ianorum (proposta da Calza52) e quella di Burzachechi53 che legge il termine Tigri[n]ianorum. Tale interpretazione è stata sostenuta anche da Brenk54 e già prima da Marrou55. Il riferimento ai non altrimenti noti Tigriniani ha consentito di collegare l’ultimo allestimento della domus a una famiglia aristocratica, proprietaria del complesso di edifici, la quale, certamente cristiana, avrebbe voluto proporre all’interno di un ambiente di carattere privato, destinato probabilmente a scopi di rappresentanza, un collegamento tra il ninfeo e i fiumi paradisiaci menzionati nella prima riga e invitare quanti si recassero nella domus a godere delle acque scaturite dalla fontana posta nell’esedra56 (fig. 7). Le varianti di lettura sono causate dalla lacuna iniziale che coinvolge le prime cinque lettere. Tuttavia, se da una parte l’analisi testuale fa ritenere piuttosto inverosimile la lettura Cri[st]ianorum, dall’altra non sembra di poter intendere con sicurezza neppure Tigri[n]ianorum. Si potrebbe forse riprendere in considerazione, con qualche variante, la lettura proposta nel 1960 da Egger, fl(umina) cri[st]ianorum, che sembra la più aderente a quando resta sulla pietra57. Tale ipotesi non deve però necessariamente ribadire (come in Egger) l’interpretazione in senso battesimale. Infatti, il significato complessivo del testo, posto peraltro all’ingresso del ninfeo, potrebbe essere: «In Cristo Fison, Geon, Tigri ed Eufrate, fiumi dei cristiani. Attingete alle fonti». Resta, così, l’idea che il contesto monumentale fosse di carattere privato, piuttosto che un edificio pubblico costruito per assolvere a funzioni cultuali. Il testo mostra peraltro la piena consapevolezza del committente dell’associazione tra il valore rigenerante della fonte, alla quale invita ad attingere, e l’immagine evangelica di Cristo, vero fons uitae, che si diffonde dalla metà del IV secolo in una vasta produzione iconografica a tema apocalittico in cui il Cristo/Agnus Dei è in piedi sul monte paradisiaco da cui sgorgano i quattro fiumi58.

    Fig. 7 – Domus cd. dei Tigriniani. 

    Image

    Foto D. Nuzzo

    20Nelle Terme del Mitra, in occasione degli scavi del 1940, sono stati ritrovati quattro pilastrini in marmo, due dei quali decorati con la croce monogrammatica tra alfa e omega posta all’interno di un clipeo59. I manufatti sembrano essere pertinenti a un ambiente delle terme (il frigidarium) che nel corso del III-IV secolo si caratterizzò per la planimetria biabsidata e le modeste dimensioni60. I pilastrini presentano ai lati scanalature per l’alloggiamento di plutei o transenne, dei quali gli stessi dovevano fungere da elementi di sostegno. Essi si configurano, in sostanza, come elementi di una recinzione posta a delimitare un settore dell’ambiente; osservandone la tipologia, può essere plausibile l’ipotesi che servissero alla definizione di una presumibile area presbiteriale. Essi costituiscono la prova dell’occupazione dell’ambiente termale, da parte di alcuni che, verosimilmente in forma privata, vollero allestire un oratorio e contrassegnarne una porzione con un segno della loro appartenenza alla comunità cristiana61. La tipologia dei pilastrini e i caratteri dell’incisione suggeriscono una datazione nel V-VI secolo. Al medesimo arco cronologico rimandano anche le due mense, ritrovate negli scavi dello stesso edificio termale, che poterono fare parte della suppellettile liturgica dell’oratorio62.

    21È verosimile che provenga dal suburbio ostiense la dedica votiva posta dal senatore Anicius Auchenius Bassus (prefetto urbano nel 382-383) e dalla moglie Turrenia Honorata, insieme con i figli, che si dichiarano Deo sanctisque deuoti63. La lastra presenta due tacche quadrangolari ai limiti del bordo inferiore che ne suggeriscono, se non si tratta di una operazione successiva, una possibile collocazione verticale e un appoggio su sostegni laterali. Essa era, dunque, sistemata in posizione visibile, nell’area dell’intervento vero e proprio del committente, che non coincise necessariamente con la costruzione di un edificio. La collocazione originaria della dedica presso una chiesa suburbana dedicata a S. Ercolano non si può affermare con certezza64, mentre sembra più verosimile l’ipotesi che essa possa provenire dalla vicina basilica di S. Aurea65, dove – come si è detto – il figlio dello stesso prefetto urbano, console del 408, intervenne presso la tomba di santa Monica66. Credo importante rilevare, peraltro, che strette relazioni tra sant’Agostino e la famiglia degli Anici evergeti a Ostia sono documentate anche da una serie di lettere67 indirizzate dal vescovo ad Anicia Faltonia Proba, figlia dello stesso Bassus exconsul, committente dell’epitaffio di santa Monica, e nipote di Anicius Auchenius Bassus e Turrenia Honorata68.

    22La colonnina rinvenuta nel 1950 davanti alla facciata della basilica di S. Aurea presenta, nella parte superiore, l’iscrizione S(ancta) Aur(ea). Essa sembra riferibile a una struttura connessa con la tomba martiriale, un altare verosimilmente, in cui la colonnina fungeva da supporto per il ciborio69.

    23In sostanza le iscrizioni riferibili a interventi sugli edifici cristiani di Ostia, seppure di scarso numero, attestano l’interesse evergetico da parte di personaggi appartenenti a una delle principali famiglie romane, quella degli Anici, sebbene non sia possibile definirne l’incidenza monumentale70. Sono quasi del tutto assenti iscrizioni che attestino l’iniziativa episcopale, diversamente da quanto si può riscontrare nella vicina Portus71.

    24L’intervento di un vescovo è attestato con certezza solo a Pianabella dall’architrave recante il nome di Bellator, che resse la diocesi ostiense negli anni 494-499. Il testo, da leggere [in n(omine) do]m(i)n(i) n(ostri) Bellator episcopus fecit, documenta l’azione del vescovo, che si può forse collocare, in base a quanto si deduce dal luogo del rinvenimento, all’interno della stessa aula basilicale (fig. 8). Le caratteristiche del pezzo suggeriscono l’ipotesi che esso possa aver costituito parte della recinzione presbiteriale72. A questa epigrafe si può ipoteticamente accostare, per la sua funzione, un esiguo frammento iscritto in caratteri “quasi filocaliani” trovato nel 1976 vicino alla basilica di Pianabella73 (fig. 9). Le poche lettere superstiti si caratterizzano per i solchi triangolari larghi e profondi, per la marcata differenza tra tratti spessi e fini, per le evidenti apicature74. Alcuni elementi, tuttavia, non consentono l’attribuzione alla bottega di Filocalo quali soprattutto il modulo di forma piuttosto allungata e l’assenza dei nodi. Il frammento, al quale non sembra comunque di poter attribuire un carattere sepolcrale, databile tra la fine del IV e i primi anni del V secolo, può suggerire, considerati il contesto e la sua cronologia, l’intervento di un vescovo locale nella costruzione dell’edificio75, ipotesi mai fino ad oggi avanzata. In questo caso, più che a un vescovo romano, esso si può piuttosto riferire a un presule locale, come nella Basilica urbana di Porto, per esempio, dove alcune epigrafi frammentarie in lettere imitanti la scrittura filocaliana hanno consentito di ipotizzare un intervento episcopale segnalato da iscrizioni di carattere dedicatorio76. Ancora dalla basilica di Pianabella proviene un tardo frammento, che conserva soltanto il termine s(an)c(ta)e77 (fig. 10). L’iscrizione può in qualche modo contribuire a sostenere l’ipotesi di dedicazione della chiesa a un personaggio femminile, in particolare, come si è di recente ipotizzato78, alla santa romana Agnese, la cui venerazione a Ostia è attestata dal Martirologio Geronimiano79. Il fatto che la fossa sottostante l’altare non possa ritenersi anteriore alla basilica impone che essa non sia da identificare con una sepoltura martiriale, mentre appare del tutto plausibile l’interpretazione come deposito di reliquie. Pianabella era in effetti un santuario con presenza di reliquie secondarie, verosimilmente quelle della martire Agnese.

    25Alle epigrafi menzionate si potrà anche aggiungere un numero attualmente non precisabile di iscrizioni apposte su oggetti di vario tipo (anelli digitali, recipienti in vetro, lucerne, laterizi) che sono menzionate, sempre in maniera molto rapida, negli studi pregressi e nei resoconti di scavo e di cui vanno valutate la pertinenza e l’entità80.

    Fig. 8 – Epistilio del vescovo Bellator.

    Image

    Da Nuzzo 1999

    Fig. 9 – Frammento iscritto in caratteri semifilocaliani. 

    Image

    Da Nuzzo 1999.

    Fig. 10 – Frammento iscritto con il termine s(an)c(ta)e.

    Image

    Da Nuzzo 1999

    Bibliographie

    Des DOI sont automatiquement ajoutés aux références bibliographiques par Bilbo, l’outil d’annotation bibliographique d’OpenEdition. Ces références bibliographiques peuvent être téléchargées dans les formats APA, Chicago et MLA.

    Format

    • APA
    • Chicago
    • MLA
    Boin, D. R. (2010). Late Antique Ostia and a Campaign for Pious Tourism: Epitaphs for Bishop Cyriacus and Monica, Mother of Augustine. In Journal of Roman Studies (Vols. 100, pp. 195-209). Cambridge University Press (CUP). https://doi.org/10.1017/s0075435810000031
    Boin, D. (2013). Ostia in Late Antiquity (1–). Cambridge University Press. https://doi.org/10.1017/cbo9781139161909
    Marrou, H.-I. (1967). L’inscription des quatre fleuves du Paradis dans la basilique d’Ostie. In Bulletin de la Société Nationale des Antiquaires de France (Vols. 1966, Issue 1, pp. 160-165). PERSEE Program. https://doi.org/10.3406/bsnaf.1967.7600
    Boin, Douglas Ryan. “Late Antique Ostia and a Campaign for Pious Tourism: Epitaphs for Bishop Cyriacus and Monica, Mother of Augustine”. Journal of Roman Studies. Cambridge University Press (CUP), June 1, 2010. https://doi.org/10.1017/s0075435810000031.
    Boin, Douglas. “Ostia in Late Antiquity”. []. Cambridge University Press, July 5, 2013. https://doi.org/10.1017/cbo9781139161909.
    Marrou, Henri-Irénée. “L’inscription des quatre fleuves du Paradis dans la basilique d’Ostie”. Bulletin de la Société Nationale des Antiquaires de France. PERSEE Program, 1967. https://doi.org/10.3406/bsnaf.1967.7600.
    Boin, Douglas Ryan. “Late Antique Ostia and a Campaign for Pious Tourism: Epitaphs for Bishop Cyriacus and Monica, Mother of Augustine”. Journal of Roman Studies, vol. 100, Cambridge University Press (CUP), 1 June 2010, pp. 195-09. Crossref, https://doi.org/10.1017/s0075435810000031.
    Boin, Douglas. Ostia in Late Antiquity. [], Cambridge University Press, 5 July 2013. Crossref, https://doi.org/10.1017/cbo9781139161909.
    Marrou, Henri-Irénée. “L’inscription des quatre fleuves du Paradis dans la basilique d’Ostie”. Bulletin de la Société Nationale des Antiquaires de France, vol. 1966, no. 1, PERSEE Program, 1967, pp. 160-5. Crossref, https://doi.org/10.3406/bsnaf.1967.7600.

    Cette bibliographie a été enrichie de toutes les références bibliographiques automatiquement générées par Bilbo en utilisant Crossref.

    Bauer 2003 = F.A. Bauer, Stadtbild und Heiligenlegenden. Die Christianisierung Ostias in der spätantiken Gedankenwelt, in G. Brands, H.G. Severin (a cura di), Die spätantike Stadt und ihre Christianisierung. Symposion Halle 2000, Wiesbaden, 2003, p. 43-61.

    Boin 2010 = D. Boin, Late antique Ostia and a campaign for pious tourism. Epitaphs for bishop Cyriacus and Monica, mother of Augustine, in JRS, 100, 2010, p. 195-209.

    10.1017/S0075435810000031 :

    Boin 2013 = D. Boin, Ostia in Late Antiquity, Cambridge, 2013.

    10.1017/CBO9781139161909 :

    Bolle 2019 = K. Bolle, Materialität und Präsenz spätantiker Inschriften. Eine Studie zum Wandel der Inschriftenkultur in den italienischen Provinzen, Berlino-Boston, 2019.

    Brenk 2001 = B. Brenk, La christianisation d’Ostie, in J.-P. Descœudres (a cura di), Ostia, port et porte de la Rome antique, Ginevra, 2001, p. 262-271.

    Brenk 2005a = B. Brenk, Ostia. La tolleranza religiosa, in B. Brenk, Architettura e immagini del sacro nella tarda antichità, Spoleto, 2005, p. 27-37.

    Brenk 2005b = B. Brenk, Basilica cristiana o Domus cristiana dei Tigriniani?, in B. Brenk, Architettura e immagini del sacro nella tarda antichità, Spoleto, 2005, p. 85-95.

    Brenk – Pensabene 1998-1999 = B. Brenk, P. Pensabene, Christliche Basilika oder christliche “Domus der Tigriniani”?, in Boreas, 21-22, 1998-1999, p. 271-299. 

    Buonocore 2000 = M. Buonocore, Paganesimo o cristianesimo tra i Marci Annaei in Italia?, in VetChr, 37, 2000, p. 217-234.

    Burzachechi 1957-1959 = M. Burzachechi, L’iscrizione cristiana della ‘basilica’ di Ostia, in RPAA, 30-31, 1957-1959, p. 177-187.

    Burzachechi 1964 = M. Burzachechi, Nuove osservazioni sull’epigrafia cristiana della ‘basilica’ di Ostia, in RQA, 59, 1964, p. 103-105.

    Calza G. 1940 = G. Calza, Una basilica di età costantiniana scoperta ad Ostia, in RPAA, 16, 1940, p. 63-88.

    Calza G. 1941-1942 = G. Calza, Ancora sulla basilica cristiana di Ostia, in RPAA, 18, 1941-1942, p. 135-148.

    Calza G. 1949-1951 = G. Calza, Nuove testimonianze del cristianesimo ad Ostia, in RPAA, 25-26, 1949-1951, p. 123-138.

    Calza R. 1964-1965 = R. Calza, Le sculture e la probabile zona cristiana di Ostia e di Porto, in RPAA, 37, 1964-1965, p. 155-257.

    Carletti 2008 = C. Carletti, Epigrafia dei cristiani in Occidente dal III al VII secolo. Ideologia e prassi, Bari, 2008.

    Carletti 2018 = C. Carletti, Lapicidi della via Nomentana: stilizzazioni epigrafiche nei cimiteri Maius e di S. Agnese, in V. Fiocchi Nicolai, P.F.M. Lovison (a cura di), Umberto M. Fasola nel centenario della nascita (1917-2017). L’archeologo e il barnabita. Atti del Convegno Internazionale di Studi, Roma 26-27 ottobre 2017, in RAC, 94, 2018, p. 259-271.

    Casamassa 1952-1954 = A. Casamassa, Ritrovamento di una parte dell’elogio di S. Monica, in RPAA, 27, 1952-1954, p. 271-273.

    Chalkia 1991 = E. Chalkia, Le mense paleocristiane. Tipologia e funzioni delle mense secondarie nel culto paleocristiano, Città del Vaticano, 1991.

    Deichmann – Bovini – Brandenburg 1967 = F.W. Deichmann, G. Bovini, H. Brandenburg, Repertorium der christlich-antiken Sarkophage I. Rom und Ostia, Wiesbaden, 1967.

    De Rossi 1867 = G.B. De Rossi, Iscrizione trovata in Ostia di un M. Anneo Paolo Pietro; e le relazioni tra Paolo l’apostolo e Seneca, in BAC, 5, 1867, p. 6-8.

    De Rossi 1875 = G.B. De Rossi, Il pavimento di Santa Maria in Castello di Corneto-Tarquinia, in BAC, 2-6, 1875, p. 85-131.

    Dresken-Weiland 1998 = J. Dresken-Weiland, Repertorium der christlich-antiken Sarkophage II. Italien mit einem Nachtrag Rom und Ostia, Dalmatien, Museen der Welt, Magonza, 1998.

    Egger 1960 = R. Egger, G. Calzas christliche Architravinschrift von Ostia, in RQA, 55, 1960, p. 226-229.

    Felle 2007 = A.E. Felle, Ebraismo e cristianesimo alla luce della documentazione epigrafica, in PP, 353, 2007, p. 148-184.

    Ferrua 1939 = A. Ferrua, Filocalo, l’amante della bella lettera, in La Civiltà Cattolica, 90, 1939, I, p. 35-47. 

    Ferrua 1942 = A. Ferrua, Epigrammata Damasiana, Città del Vaticano, 1942.

    Ferrua 1969 = A. Ferrua, Memorie dei ss. Pietro e Paolo nell’epigrafia, in Saecularia Petri et Pauli. Conferenze per il centenario del martirio degli apostoli Pietro e Paolo tenute nel Pontificio istituto di archeologia cristiana, Città del Vaticano, 1969, p. 129-148.

    Ferrua 1978 = A. Ferrua, L’epigrafia cristiana prima di Costantino, in Atti del IX Congresso Internazionale di Archeologia Cristiana, Roma 21-27 settembre 1975, Città del Vaticano, 1978, p. 583-613.

    Ferrua 1983 = A. Ferrua, Iscrizioni paleocristiane in una raccolta privata, in RAC, 59, 1983, p. 321-333.

    Ferrua 1985 = A. Ferrua, Prefazione, in C. Carletti (a cura di), ICI I, Regio VII. Volsinii, Bari, 1985, p. V-VI.

    Fiocchi Nicolai 1992 = V. Fiocchi Nicolai, La catacomba di S. Savinilla a Nepi, Città del Vaticano, 1992.

    Fiocchi Nicolai 1994 = V. Fiocchi Nicolai, Evergetismo ecclesiastico e laico nelle iscrizioni paleocristiane del Lazio, in Historiam pictura refert. Miscellanea in onore di A. Recio Veganzones, Città del Vaticano, 1994, p. 237-252.

    Fiocchi Nicolai 2015 = V. Fiocchi Nicolai, Le iscrizioni “damasiane” della chiesa di S. Ippolito a Porto: a proposito della topografia cristiana del Portus Romae, in C. Carbonetti, S. Lucà, M. Signorini (a cura di), Roma e il suo territorio nel medioevo. Le fonti scritte fra tradizione e innovazione. Atti del Convegno internazionale di studio dell’Associazione italiana dei Paleografi e Diplomatisti, Roma, 25-29 ottobre 2012, Spoleto, 2015, p. 525-539.

    Fiocchi Nicolai 2018 = V. Fiocchi Nicolai, Damaso, Filocalo e l’epigrafia di committenza papale nell’hinterland di Roma. A proposito degli interventi monumentali dei vescovi di Roma nelle diocesi limitrofe, in R.M. Carra Bonacasa, E. Vitale (a cura di), Studi in memoria di Fabiola Ardizzone, 1, Epigrafia e storia, Palermo, 2018, p. 129-153.

    Germoni 2001 = P. Germoni, Épitaphe de sainte Monique, in J.-P. Descœudres (a cura di), Ostia, port et porte de la Rome antique, Ginevra, 2001, p. 437.

    Gobbi 1998 = A. Gobbi, Nuove osservazioni sulle fasi costruttive della c.d. basilica cristiana di Ostia antica, in RAC, 74, 1998, p. 455-480.

    Granino Cecere 1988 = M.G. Granino Cecere, Nuove acquisizioni del Lapidario Zeri di Mentana, Roma, 1988.

    Karivieri 2020 = A. Karivieri, New trends in late antique religions, beliefs and ideas: christianity, judaism, philosophy and magic in Ostia, in A. Karivieri (a cura di), Life and death in a multicultural harbour city: Ostia Antica from the Republic through late antiquity, Roma, 2020, p. 371-385.

    Ladi 2000 = F. Ladi, Quattro fiumi, in F. Bisconti (a cura di), Temi di iconografia paleocristiana, Città del Vaticano, 2000, p. 266-267.

    Le Blant 1856 = E. Le Blant, Inscriptions chrétiennes de la Gaule antérieures au VIIIe siècle, I, Parigi, 1856.

    Lega 1997 = C. Lega, Epitaffio di Felica preposito al personale servile della zecca, in I. Di Stefano Manzella (a cura di), Le iscrizioni dei cristiani in Vaticano. Materiali e contributi scientifici per una mostra epigrafica, Città del Vaticano, 1997, p. 319-320.

    Löwenfeld 1959 = S. Löwenfeld, Epistolae Pontificum Romanorum ineditae, Graz, 1959. 

    Mansi 1759 = J.D. Mansi, Sacrorum conciliorum nova et amplissima collectio, II, Firenze, 1759.

    Mansi 1762 = J.D. Mansi, Sacrorum conciliorum nova et amplissima collectio, VIII, Firenze, 1762,

    Marinucci 1991 = A. Marinucci, Ostia. Iscrizioni cristiane inedite o parzialmente edite, in RAC, 67, 1991, p. 75-113. 

    Marinucci 2012 = A. Marinucci, Disiecta membra. Iscrizioni latine da Ostia e Porto 1981-2009, Roma, 2012.

    Marrou 1966 = H.-I. Marrou, L’inscription des quatre fleuves du Paradis dans la basilique d’Ostie, in BSAF, 1966, p. 160-165.

    10.3406/bsnaf.1967.7600 :

    Marucchi 1910 = O. Marucchi, I monumenti del Museo cristiano Pio Lateranense, Milano, 1910.

    Mastrorilli 2007 = D. Mastrorilli, Considerazioni sul cimitero paleocristiano di S. Aurea ad Ostia, in RAC, 83, 2007, p. 317-376.

    Mastrorilli 2011 = D. Mastrorilli, La tomba di s. Monica ad Ostia: fonti ed evidenze archeologiche, in M. Chiabò, M. Gargano, R. Ronzani (a cura di), Santa Monica nell’Urbe dalla tarda antichità al Rinascimento. Storia, Agiografia, Arte. Atti del Convegno, Ostia Antica – Roma, 29-30 settembre 2010, Roma, 2011, p. 113-128.

    Mastrorilli 2012 = D. Mastrorilli, San Ciriaco. Via Ostiense, in S. Boesch Gajano, T. Caliò, F. Scorza Barcellona, L. Spera (a cura di), Santuari d’Italia. Roma, Roma, 2012, p. 192-193. 

    Mazzoleni 2001 = D. Mazzoleni, Épigraphie chrétienne: notes et observations, in J.-P. Descœudres (a cura di), Ostia, port et porte de la Rome antique, Ginevra, 2001, p. 283-288.

    Mazzoleni 2002 = D. Mazzoleni, Ostia. Epigrafia Cristiana. Note ed osservazioni, in D. Mazzoleni, Epigrafi del mondo cristiano antico, Roma, 2002, p. 251-265.

    Morandi 1982 = A. Morandi, Scavi nella tenuta di Pianabella di Ostia Antica – 1976/1977. Gli edifici sepolcrali, in RPAA, 14, 1982, p. 57-76.

    Nuzzo 1996 = D. Nuzzo, Impiego e reimpiego di materiale epigrafico nella basilica cristiana di Pianabella (Ostia), in VetChr, 33, 1996, p. 85-114.

    Nuzzo 1999 = D. Nuzzo, Le iscrizioni, in L. Paroli (a cura di), La basilica cristiana di Pianabella. Parte I, Roma, 1999, p. 33-115.

    Nuzzo 2005 = D. Nuzzo, La denominazione della tomba nelle iscrizioni cristiane di Roma. Possibili elementi per la ricostruzione di una identità collettiva, in VetChr, 42, 2005, p. 103-134.

    Nuzzo 2013 = D. Nuzzo, Le iscrizioni, in M. Maiorano e L. Paroli (a cura di), La Basilica Portuense. Scavi 1991-2007, Firenze, 2013, p. 493-520.

    Nuzzo 2016 = D. Nuzzo, Note sulla basilica cristiana di Pianabella a Ostia, in MDAI(R), 122, 2016, p. 367-386.

    Nuzzo 2017 = D. Nuzzo, Bildung und Umbildung kirchlicher Strukturen in Italien zwischen Spätantike und Frühmittelalter, in N. Zimmermann, T. Michalsky, S. Weinfurter, A. Wieczorek (a cura di), Die Päpste und Rom zwischen Spätantike und Mittelalter. Formen der Päpstlicher Machtentfaltung. Internationale Konferenz, Roma, 17.-19. März 2016, Ratisbona, 2017, p. 251-270.

    Olivanti 2001 = P. Olivanti, Petit pilastre avec chrismon, in J.-P. Descœudres (a cura di), Ostia, port et porte de la Rome antique, Ginevra, 2001, p. 437.

    Orlandi 1997 = S. Orlandi, Dedica votiva posta dal senatore Anicius Auchenius Bassus e dalla moglie Turrenia Honorata assieme con i figli, in I. Di Stefano Manzella (a cura di), Le iscrizioni dei cristiani in Vaticano. Materiali e contributi scientifici per una mostra epigrafica, Città del Vaticano, 1997, p. 271-272.

    Pani Ermini 1978 = L. Pani Ermini, Una mensa paleocristiana con bordo istoriato, in RIA, 1, 1978, p. 89-117.

    Pannuzi 2006 = S. Pannuzi, Recenti indagini archeologiche presso la chiesa di S. Aurea nel Borgo di Ostia Antica, in R. Francovich, M. Valenti (a cura di), IV Congresso Nazionale di Archeologia Medievale, Chiusdino, Siena, 26-30 settembre 2006, Firenze, 2006, p. 369-377.

    Pannuzi 2008 = S. Pannuzi, Il suburbio ostiense fra tardoantico ed altomedioevo. Recenti indagini archeologiche e prime note sull’arredo liturgico e scultoreo, in Temporis signa, 3, 2008, p. 253-276. 

    Pannuzi 2009 = S. Pannuzi, Recenti indagini archeologiche nel territorio ostiense: la chiesa di S. Ercolano, in G. Volpe, P. Favia (a cura di), Atti del V Congresso Nazionale di Archeologia Medievale, Foggia, Manfredonia, 30 settembre-3 ottobre 2009, Firenze, 2009, p. 441-448.

    Pannuzi et al. 2006a = S. Pannuzi, F. Cenciotti, G. Bertolani, C. Villani, A. Moro, M. Tantucci, W.B. Pantano, A. Nava, L. Reno, G. Tartaglia, E. Civitelli, R. Piatti, L. Schifi, Ostia antica. Indagini archeologiche lungo la via Ostiense (Municipio XIII), in BCAR, 107, 2006, p. 192-216

    Pannuzi et al. 2006b = S. Pannuzi, C. Torri, W.B. Pantano, A. Di Federico, Lo scavo nel cortile dell’episcopio di Ostia: notizie preliminari, in Temporis signa, 1, 2006, p. 311-326. 

    Pannuzi – Carbonara 2007 = S. Pannuzi, A. Carbonara, Il suburbio sud-orientale di Ostia Antica: le trasformazioni del territorio in età imperiale e tardo-antica secondo le più recenti ricerche archeologiche, in S. Pannuzi (a cura di), Necropoli ostiensi. Lo scavo archeologico per la costruzione della linea elettrica a 150 kV in cavi interrati Lido Vecchio – Casal Palocco, Roma, 2007, p. 4-16.

    Paribeni 1916 = R. Paribeni, Ostia. Scavi eseguiti nell’area dell’antica città nel mese di maggio, in NSA, 1916, p. 176-180.

    Paroli 1999 = L. Paroli, La basilica cristiana di Pianabella. Nota introduttiva, in L. Paroli (a cura di), La basilica cristiana di Pianabella. Parte I, Roma, 1999, p. 17-32.

    Pavolini 2011 = C. Pavolini, Un gruppo di ricche case ostiensi del tardo impero: trasformazioni architettoniche e cambiamenti sociali, in O. Brandt, Ph. Pergola (a cura di), Marmoribus vestita. Miscellanea in onore di F. Guidobaldi, Città del Vaticano, 2011, p. 1025-1048.

    Romanelli 1953 = P. Romanelli, Le iscrizioni di Ostia e del Porto di Roma, in Actes du deuxième congrès international d’épigraphie grecque et latine, Paris 1952, Parigi, 1953, p. 277-285.

    Saxer 2000 = V. Saxer, Il culto dei santi nelle diocesi suburbicarie di Roma in età paleocristiana, in S. Boesch Gajano, E. Petrucci (a cura di), Santi e culti del Lazio. Istituzioni, società, devozioni. Atti del convegno di studio, Roma 2-4 maggio 1996, Roma, 2000, p. 13-59.

    Sijpesteijn 1990 = P.J. Sijpesteijn, Lateinische Grabinschriften, in ZPE, 80, 1990, p. 203-212,

    Solin 1994 = H. Solin, Heidnisch und christlich. Überlegungen zur Frühgeschichte des Personennamens Petrus, in Boreas, 17, 1994, p. 223-229.

    Thylander 1952 = H. Thylander, Inscriptions du Port d’Ostie, Lund, 1952. 

    Van Haeperen 2019 = F. Van Haeperen (a cura di), Regio I Ostie, Porto, Roma, 2019 (Fana, templa, delubra, 6). 

    Notes de bas de page

    1 In Mazzoleni 2001 e Mazzoleni 2002 si presenta una sintetica rassegna di elementi quali la cronologia delle attestazioni, l’onomastica, il formulario, per tracciare un quadro preliminare della produzione epigrafica della città.

    2 Si tratta, come è noto, di un corpus nato nel 1985 per l’edizione delle epigrafi di committenza cristiana rinvenute in Italia, anteriori al VII secolo. Tali iscrizioni, come si stabilì al momento di impostare i volumi del Corpus Inscriptionum Latinarum (CIL), dovevano seguire in ogni municipium quelle pagane (non solo per le latine ma anche per le greche), con la sola eccezione di quelle urbane che dovevano essere pubblicate a parte. L’entità delle nuove scoperte nel campo dell’epigrafia cristiana ha suscitato, a partire dalla metà degli anni Ottanta, la necessità di un aggiornamento sistematico in una nuova serie che comprendesse i testi latini e greci. I volumi sono organizzati per municipium o, nel caso di città che hanno restituito una documentazione poco cospicua, per gruppi di municipi. Il progetto e le sue finalità sono illustrati da p. Antonio Ferrua nella prefazione al primo volume (Ferrua 1985, p. V-VI).

    3 Il primo nucleo di iscrizioni cristiane di Ostia è stato pubblicato nel 1887 nel volume XIV del CIL (vd. in part. CIL XIV, 1875-1936), a cui è seguito il Supplementum del 1930 (CIL XIV, 4810, 4829, 5232-5233, 5235-5241). Le indagini condotte nel secolo scorso nella città hanno portato al rinvenimento di alcune epigrafi cristiane solo in parte edite (Calza 1949-1951, p. 123-138; Calza 1964-1965, p. 212-213 fig. 37, n. XXXV; Casamassa 1952-1954, p. 271-273). Molte di queste iscrizioni sono state recuperate e pubblicate in Marinucci 1991 e Marinucci 2012. Nuovi ritrovamenti, riferibili agli scavi nell’area della basilica cristiana e della circostante necropoli di Pianabella condotti negli anni 1976-77 e 1981 e poi nel 1988-89, sono editi in Nuzzo 1999.

    4 Il confronto numerico, anche se ad oggi del tutto preliminare, si può istituire con le epigrafi edite più di recente nei volumi delle ICI. Solo Milano ha restituito finora un numero molto superiore di iscrizioni (354) (ICI XII, XIV e XVI), mentre per il resto le attestazioni sono decisamente minori, per es. a Chiusi (ICI XI, 60 iscrizioni), Eclano (ICI VIII, 50 iscrizioni), Trento (ICI XV, 44 iscrizioni), Benevento (ICI VIII, 28 iscrizioni), Canusium (ICI XIII, 25 iscrizioni), Aosta (ICI XVII, 7 iscrizioni), Torino (ICI XVII, 13 iscrizioni).

    5 Mansi 1759, II, col. 437 (Maximus ab Ostia) e PCBE II, p. 1465. Altri vescovi attestati a Ostia nel IV-VI secolo sono Florentius (PCBE I, p. 838), Bonus (PCBE I, p. 346), Bellator (PCBE I, p. 281-282), Aristo (PCBE I, p. 187) e Gloriosus (PCBE I, p. 933). Cfr. anche Van Haeperen 2019, p. 22-23.

    6 Mansi 1759, II, col. 477, (Leontius et Mercurius presbyteri ab Ostiis); PCBE II, p. 1284-1285 e 1504. Un altro presbitero ostiense (Innocentius) è citato in CIL XIV, 1879.

    7 Aug., Breuiculus Collationis cum Donatistis, PL XLIII, col. 641: … cum aliud habeat Ecclesiae catholicae consuetudo, ut non Numidiae, sed propinquiores episcopi episcopum Ecclesiae Carthaginis ordinent: sicut nec Romanae Ecclesiae ordinat aliquis episcopus metropolitanus, sed de proximo Ostiensis episcopus.

    8 LP I, 202.

    9 Sulla questione Nuzzo 2017, in part. p. 254-257 (con bibliografia).

    10 Monumenta Germaniae Historica. Auctores antiquissimi IX. Chronica minora I, Berolini 1892, 71: VI idus Aug. … et Ostense VII ballistaria Cyriaci Largi Crescentiani Memmiae Iulianetis et Ixmaracdi; Saxer 2000, p. 15-17. Sul santuario Mastrorilli 2012, p. 192-193 (con bibliografia).

    11 Saxer 2000, p. 40-43 e Bauer 2003, p. 50-52.

    12 Cfr. Bauer 2003, p. 52-54 e Van Haeperen 2019, p. 95-98 (con bibliografia).

    13 Le recenti precisazioni e il riordino dei dati relativi ai rinvenimenti del passato condotti da Simona Pannuzi mi dispensano in questa sede da ulteriori specificazioni al proposito (Pannuzi 2006; Pannuzi 2008; Pannuzi 2009; Pannuzi et al. 2006a; Pannuzi et al. 2006b; Pannuzi – Carbonara 2007). Vd. anche il contributo di S. Pannuzi e A. Carbonara in questo volume.

    14 Nuzzo 1996, p. 85-114.

    15 Nuzzo 1999, p. 39-40 n. A4.

    16 CIL XIV, 5237; Paribeni 1916, p. 178.

    17 Nuzzo 1999, p. 33-35.

    18 Marinucci 1991, p. 100-102, n. 23B (anno 372); CIL XIV, 5238 (anno 376); CIL XIV, 1880 (anno 384); Marinucci 1991, p. 104-105 n. 26 (anno 391); Marinucci 2012, p. 128 n. 138 (anni 407-422); Sijpesteijn 1990, p. 209 n. 10 (anno 416); Nuzzo 1999, p. 80-81 n. A185 (anno 420 o 446).

    19 Casamassa 1952-1954; Mastrorilli 2011, in part. p. 116-118. Sull’iscrizione vd. anche Germoni 2001, p. 437.

    20 IC II, p. 252-253 n. XXII.

    21 PLRE II, p. 219-220. Diversamente Boin 2010, p. 199-207.

    22 Per l’edizione delle iscrizioni vd. Nuzzo 1999; per la datazione del contesto Paroli 1999, p. 22. Cfr. anche Van Haeperen 2019, p. 255-256.

    23 CIL XIV, 1875; PLRE I, p. 152-154.

    24 Nuzzo 1999, p. 80 n. A184. Il vescovo è destinatario di una lettera di papa Gelasio (Löwenfeld 1959, p. 8 n. 14) e fu presente al primo concilio romano di papa Simmaco (Mansi 1762, VIII, col. 235: Bellator episcopus ecclesiae ostiensis e PCBE I, p. 281-282).

    25 Mazzoleni 2001, p. 283 e Mazzoleni 2002, p. 252.

    26 Marinucci 1991, p. 78-80 n. 2. Lo stesso Marinucci data l’iscrizione «nel III-IV secolo».

    27 Carletti 2018, p. 268-269.

    28 Calza 1949-1951, p. 136, ritiene di dover riferire l’iscrizione al ristretto periodo compreso tra il 308/309 e il 313, quando fu attiva a Ostia la zecca aperta da Massenzio e poco dopo chiusa da Costantino. Cfr. Lega 1997, p. 319-320 e anche Mazzoleni 2001, p. 283 e Mazzoleni 2002, p. 252.

    29 Lega 1997, p. 320.

    30 Come già rilevato in Mazzoleni 2001, p. 283 e Mazzoleni 2002, p. 251, Ferrua osservò che «nei dintorni di Roma solo Ostia e Porto sono centri in cui si possono ragionevolmente cercare iscrizioni precostantiniane» ma, nello stesso tempo, ammise che «non si potrebbe giurare sull’età precostantiniana di ciascuna» (Ferrua 1978, p. 597). Egli comunque condivise la seguente valutazione del Dessau: «De ecclesia Ostiensi ante principium saeculi IV a ueris auctoribus memoriae nihil est proditum … sed exstant tituli sepulcrales christianorum Ostiensium saeculo IV antiquiores non pauci» (CIL XIV, p. 5).

    31 Per quanto riguarda Roma il dato è estratto dall’Epigraphic Database Bari (http://www.edb.uniba.it). L’espressione dormit (in pace) si trova nelle epigrafi dei cimiteri romani già nel III secolo, per es. nella catacomba di Novaziano (ICUR VII, 20354, 20434, 20532, 20547) ed è presente anche nella forma greca ἐνθάδε κοιμᾶτε/κοιμᾶται (ἐν εἰρήνῃ). Essa è attestata pure a Porto dalle iscrizioni CIL XIV, 1943, 1954-1955, 1960, 1969; Thylander 1952, p. 362 n. B284. Per la diffusione in altri centri costieri del territorio laziale centro-settentrionale vd. De Rossi 1875, p. 104-105, 109; ICI II, 11; ICI IV, 21; Fiocchi Nicolai 1992, p. 35-38.

    32 L’epigrafe in questione è edita in CIL XIV, 566. Buonocore 2000, p. 219-228, nonostante l’opinione espressa da De Rossi (De Rossi 1867, p. 8), da Ferrua (Ferrua 1969, p. 144) e da Solin (Solin 1994, p. 226-227) in favore dell’appartenenza cristiana del personaggio menzionato nel testo iscritto sostanzialmente sulla base dell’onomastica, giudica l’iscrizione un «documento che non ha alcuna evidenza oggettiva di cristianesimo» (Buonocore 2000, p. 227). Egli data l’iscrizione, in accordo con De Rossi, nella seconda metà del II – forse inizio del III secolo (Buonocore 2000, p. 223).

    33 Rispettivamente CIL XIV, 1886, 1908 e 1960 (trovata a Porto); Buonocore 2000, p. 229.

    34 CIL XIV, 1876, 1907, 1912, 1919-1921, 1924, 1927; Marinucci 1991, p. 87-88 n. 9, p. 91-92 n. 14, p. 95-97 n. 18, p. 103-104 n. 25.

    35 La datazione nel III secolo è proposta da Ferrua (Ferrua 1983, p. 330-331). Alle epigrafi in elenco si aggiungono CIL XIV, 1885 e 1900, Ferrua 1983, p. 331 n. 20 e Marinucci 2012, p. 123 n. 150, in cui non è presente il verbo dormire.

    36 Cfr., in part. per le regioni orientali dell’impero, Mitchell 1999, p. 81-148 e Felle 2007, p. 159-161.

    37 Tertull., test., 2, 1 (PL I, col. 611): Non placemus Dominum praedicantes hoc nomine unico unicum, a quo omnia, et sub quo uniuersa. Dic testimonium si ita scis. Nam te quoque palam et tota libertate qua non licet nobis, domi ac foris audimus ita pronuntiare, Quod Deus dederit, et Si Deus voluerit, ea uoce et aliquem esse significas, et omnem illi confiteris potestatem, ad cuius spectas uoluntatem, simul et caeteros negas deos esse, dum suis uocabulis nuncupas, Saturnum, Iouem, Martem, Mineruam. Nam solum Deum confirmas, quem tantum Deum nominas, ut et cum illos interdum deos appellas, de alieno et quasi pro mutuo usa uidearis.

    38 Minuc. Fel., Octauius, 18 (PL III, coll. 291-292): Audio uulgus, quam ad coelum manus tendunt, nihil aliud quam DEUM dicunt; et DEUS MAGNUS EST; et DEUS VERUS EST, et SI DEUS DEDERIT. Vulgi iste naturalis sermo est, an Christiani confitentis oratio? Et qui Iouem principem uolunt, falluntur in nomine, sed de una potestate consentiunt.

    39 Il riferimento è già in Le Blant 1856, p. 173, nota 4.

    40 Ferrua 1983, p. 330-331. Cfr. anche Calza 1949-1951, p. 137.

    41 Nuzzo 2005, p. 133-134; Carletti 2008, p. 176.

    42 Nuzzo 1999, p. 103 n. A331.

    43 Meiggs 1973, p. 388-392; Boin 2013, p. 114-119; Van Haeperen 2019, p. 22-23; Karivieri 2020, p. 374-375.

    44 Nel periodo compreso tra il III e i primi anni del IV secolo sono stati datati anche alcuni sarcofagi ostiensi caratterizzati dalla presenza di temi iconografici cristiani: Deichmann – Bovini – Brandenburg 1967, p. 430 n. 1023, p. 431 n. 1026, p. 432 n. 1027, p. 434 n. 1037; Dresken-Weiland 1998, p. 67-68 n. 175, p. 68 n. 179.

    45 Calza 1940.

    46 Calza 1949-1951, p. 129-131; Olivanti 2001, p. 437.

    47 Nuzzo 1999, p. 80 n. A184.

    48 La prima notizia del ritrovamento è in Romanelli 1953, p. 285.

    49 CIL XIV, 1875; Orlandi 1997, p. 271-272.

    50 Brenk – Pensabene 1998-1999; Brenk 2005a, p. 30-31; Brenk 2005b. Più di recente sulla domus Pavolini 2011, p. 1040-1044.

    51 Calza G. 1940 e Calza G. 1941-1942. In questo senso anche Gobbi 1998, p. 477-480. Février 1958, p. 307-310, interpretò l’edificio come un monumento dedicato ai martiri sulla base del testo iscritto.

    52 Calza 1940, p. 69-71, interpreta in base all’iscrizione l’ambiente come un battistero.

    53 Burzachechi 1957-1959 e Burzachechi 1964.

    54 Brenk 2001, p. 265-266 e Brenk 2005b, in part. p. 91-93.

    55 Marrou 1966, p. 160-165. Più di recente, Boin 2013, p. 76-78 e Bolle 2019, p. 221-222.

    56 Brenk 2005b, p. 85-95. Vd. anche Danner 2018, p. 140-141.

    57 Egger 1960, p. 228. Il primo carattere potrebbe essere una F (seppure con una lunga apicatura superiore) e il terzo una C, diversamente da quanto appare dall’apografo del Burzachechi.

    58 Ladi 2000, p. 266-267.

    59 Calza G. 1949-1951, p. 129-131; Olivanti 2001, p. 437.

    60 Cfr. Van Haeperen 2019 , p. 193-194.

    61 Brenk 2001, p. 264 e Brenk 2005a, p. 29.

    62 La prima mensa si conserva in quattro frammenti che, riuniti con quelli conservati a Roma, a Palazzo Antonelli, restituiscono la figura di Cristo fra il collegio apostolico; è ritenuta di probabile produzione costantinopolitana e datata intorno al 400. La seconda, con rappresentazione di pesci, è datata nell’avanzato VI secolo (Pani Ermini 1978 e Chalkia 1991, p. 147 e 222). Dall’oratorio delle terme del Mitra provengono anche Marinucci 1991, p. 77-78 n. 1 e p. 108-109 n. 30.

    63 CIL XIV, 1875. Della lastra, murata fino alla metà del XIX secolo nell’Episcopio di Ostia, non sono noti il luogo, la data e le circostanze del rinvenimento.

    64 Per questa ipotesi vd. Fiocchi Nicolai 1994, p. 244-245. Per una sintesi sui ritrovamenti nell’area della chiesa medievale di S. Ercolano vd., oltre ai contributi di S. Panuzzi (nota 13), anche Van Haeperen 2019, p. 259.

    65 Cfr. Orlandi 1997, p. 271-272. L’ipotesi è espressa anche in Février 1958, p. 299.

    66 Cfr. supra.

    67 Aug., Ep. 130 (CSEL 44, p. 40-77), Ep. 131 (p. 77-79) ed Ep. 150 (p. 380-382).

    68 PLRE I, p. 732-733 (Anicia Faltonia Proba 3). Vd. anche lo Stemma 7 a p. 1133.

    69 Mastrorilli 2007, p. 232-233. Cfr. anche Van Haeperen 2019, p. 257-258.

    70 Fiocchi Nicolai 1994, in part. p. 244-245.

    71 Fiocchi Nicolai 2015.

    72 Nuzzo 1999, p. 80 n. A184. Cfr. anche Van Haeperen 2019, p. 256.

    73 Nuzzo 1999, p. 92-93 n. A256. Il frammento è stato ritrovato nel corso della pulizia di alcune tombe del colombario 1 della necropoli adiacente la basilica. Dallo stesso ambiente proviene anche una lamina circolare in piombo con il monogramma cristologico a rilievo (Morandi 1982, p. 66 e fig. 25).

    74 A proposito dei caratteri della scrittura epigrafica filocaliana e delle sue imitazioni cfr. Ferrua 1939, p. 43-46 e Ferrua 1942, p. 22-35.

    75 Il frammento è stato di recente considerato in Fiocchi Nicolai 2018, in part. p. 133-134, nel quadro degli interventi edilizi dei vescovi di Roma nelle diocesi limitrofe.

    76 Nuzzo 2013, p. 493-497; Fiocchi Nicolai 2018, p. 139.

    77 Nuzzo 1999, p. 86 n. A204.

    78 Nuzzo 2016, p. 378-381. Cfr. anche Mastrorilli 2007, p. 318.

    79 Saxer 2000, p. 43.

    80 Cfr. per es. Calza 1949-1951, p. 135-136.

    Auteur

    Donatella Nuzzo

    Università degli studi di Bari Aldo Moro – donatella.nuzzo[@]uniba.it

    Précédent Suivant
    Table des matières

    Le texte seul est utilisable sous licence Licence OpenEdition Books. Les autres éléments (illustrations, fichiers annexes importés) sont « Tous droits réservés », sauf mention contraire.

    Voir plus de livres
    Le Thermalisme en Toscane à la fin du Moyen Âge

    Le Thermalisme en Toscane à la fin du Moyen Âge

    Les bains siennois de la fin du XIIIe siècle au début du XVIe siècle

    Didier Boisseuil

    2002

    Rome et la Révolution française

    Rome et la Révolution française

    La théologie politique et la politique du Saint-Siège devant la Révolution française (1789-1799)

    Gérard Pelletier

    2004

    Le juste marché

    Le juste marché

    Le système annonaire romain aux XVIe et XVIIe siècles

    Monica Martinat

    2004

    Gilles Caillotin, pèlerin

    Gilles Caillotin, pèlerin

    Le retour de Rome d’un sergier rémois, 1724

    Dominique Julia (dir.)

    2006

    Sainte-Marie-Majeure

    Sainte-Marie-Majeure

    Une basilique de Rome dans l’histoire de la ville et de son église (Ve-XIIIe siècle)

    Victor Saxer

    2001

    Offices et papauté (XIVe-XVIIe siècle)

    Offices et papauté (XIVe-XVIIe siècle)

    Charges, hommes, destins

    Armand Jamme et Olivier Poncet (dir.)

    2005

    La politique au naturel

    La politique au naturel

    Comportement des hommes politiques et représentations publiques en France et en Italie du XIXe au XXIe siècle

    Fabrice D’Almeida

    2007

    Pittura rupestre medievale

    Pittura rupestre medievale

    Lazio e campania settentrionale (secoli VI-XIII)

    Simone Piazza

    2006

    La Colonne Trajane et les Forums impériaux

    La Colonne Trajane et les Forums impériaux

    Martin Galinier

    2007

    La Réforme en France et en Italie

    La Réforme en France et en Italie

    Contacts, comparaisons et contrastes

    Philip Benedict, Silvana Seidel Menchi et Alain Tallon (dir.)

    2007

    Pratiques sociales et politiques judiciaires dans les villes de l’Occident à la fin du Moyen Âge

    Pratiques sociales et politiques judiciaires dans les villes de l’Occident à la fin du Moyen Âge

    Jacques Chiffoleau, Claude Gauvard et Andrea Zorzi (dir.)

    2007

    Souverain et pontife

    Souverain et pontife

    Recherches prosopographiques sur la Curie Romaine à l’âge de la Restauration (1814-1846)

    Philippe Bountry

    2002

    Voir plus de livres
    1 / 12
    Le Thermalisme en Toscane à la fin du Moyen Âge

    Le Thermalisme en Toscane à la fin du Moyen Âge

    Les bains siennois de la fin du XIIIe siècle au début du XVIe siècle

    Didier Boisseuil

    2002

    Rome et la Révolution française

    Rome et la Révolution française

    La théologie politique et la politique du Saint-Siège devant la Révolution française (1789-1799)

    Gérard Pelletier

    2004

    Le juste marché

    Le juste marché

    Le système annonaire romain aux XVIe et XVIIe siècles

    Monica Martinat

    2004

    Gilles Caillotin, pèlerin

    Gilles Caillotin, pèlerin

    Le retour de Rome d’un sergier rémois, 1724

    Dominique Julia (dir.)

    2006

    Sainte-Marie-Majeure

    Sainte-Marie-Majeure

    Une basilique de Rome dans l’histoire de la ville et de son église (Ve-XIIIe siècle)

    Victor Saxer

    2001

    Offices et papauté (XIVe-XVIIe siècle)

    Offices et papauté (XIVe-XVIIe siècle)

    Charges, hommes, destins

    Armand Jamme et Olivier Poncet (dir.)

    2005

    La politique au naturel

    La politique au naturel

    Comportement des hommes politiques et représentations publiques en France et en Italie du XIXe au XXIe siècle

    Fabrice D’Almeida

    2007

    Pittura rupestre medievale

    Pittura rupestre medievale

    Lazio e campania settentrionale (secoli VI-XIII)

    Simone Piazza

    2006

    La Colonne Trajane et les Forums impériaux

    La Colonne Trajane et les Forums impériaux

    Martin Galinier

    2007

    La Réforme en France et en Italie

    La Réforme en France et en Italie

    Contacts, comparaisons et contrastes

    Philip Benedict, Silvana Seidel Menchi et Alain Tallon (dir.)

    2007

    Pratiques sociales et politiques judiciaires dans les villes de l’Occident à la fin du Moyen Âge

    Pratiques sociales et politiques judiciaires dans les villes de l’Occident à la fin du Moyen Âge

    Jacques Chiffoleau, Claude Gauvard et Andrea Zorzi (dir.)

    2007

    Souverain et pontife

    Souverain et pontife

    Recherches prosopographiques sur la Curie Romaine à l’âge de la Restauration (1814-1846)

    Philippe Bountry

    2002

    Accès ouvert

    Accès ouvert freemium

    ePub

    PDF

    PDF du chapitre

    Suggérer l’acquisition à votre bibliothèque

    Acheter

    Édition imprimée

    Publications de l’École française de Rome
    • leslibraires.fr
    ePub / PDF

    1 In Mazzoleni 2001 e Mazzoleni 2002 si presenta una sintetica rassegna di elementi quali la cronologia delle attestazioni, l’onomastica, il formulario, per tracciare un quadro preliminare della produzione epigrafica della città.

    2 Si tratta, come è noto, di un corpus nato nel 1985 per l’edizione delle epigrafi di committenza cristiana rinvenute in Italia, anteriori al VII secolo. Tali iscrizioni, come si stabilì al momento di impostare i volumi del Corpus Inscriptionum Latinarum (CIL), dovevano seguire in ogni municipium quelle pagane (non solo per le latine ma anche per le greche), con la sola eccezione di quelle urbane che dovevano essere pubblicate a parte. L’entità delle nuove scoperte nel campo dell’epigrafia cristiana ha suscitato, a partire dalla metà degli anni Ottanta, la necessità di un aggiornamento sistematico in una nuova serie che comprendesse i testi latini e greci. I volumi sono organizzati per municipium o, nel caso di città che hanno restituito una documentazione poco cospicua, per gruppi di municipi. Il progetto e le sue finalità sono illustrati da p. Antonio Ferrua nella prefazione al primo volume (Ferrua 1985, p. V-VI).

    3 Il primo nucleo di iscrizioni cristiane di Ostia è stato pubblicato nel 1887 nel volume XIV del CIL (vd. in part. CIL XIV, 1875-1936), a cui è seguito il Supplementum del 1930 (CIL XIV, 4810, 4829, 5232-5233, 5235-5241). Le indagini condotte nel secolo scorso nella città hanno portato al rinvenimento di alcune epigrafi cristiane solo in parte edite (Calza 1949-1951, p. 123-138; Calza 1964-1965, p. 212-213 fig. 37, n. XXXV; Casamassa 1952-1954, p. 271-273). Molte di queste iscrizioni sono state recuperate e pubblicate in Marinucci 1991 e Marinucci 2012. Nuovi ritrovamenti, riferibili agli scavi nell’area della basilica cristiana e della circostante necropoli di Pianabella condotti negli anni 1976-77 e 1981 e poi nel 1988-89, sono editi in Nuzzo 1999.

    4 Il confronto numerico, anche se ad oggi del tutto preliminare, si può istituire con le epigrafi edite più di recente nei volumi delle ICI. Solo Milano ha restituito finora un numero molto superiore di iscrizioni (354) (ICI XII, XIV e XVI), mentre per il resto le attestazioni sono decisamente minori, per es. a Chiusi (ICI XI, 60 iscrizioni), Eclano (ICI VIII, 50 iscrizioni), Trento (ICI XV, 44 iscrizioni), Benevento (ICI VIII, 28 iscrizioni), Canusium (ICI XIII, 25 iscrizioni), Aosta (ICI XVII, 7 iscrizioni), Torino (ICI XVII, 13 iscrizioni).

    5 Mansi 1759, II, col. 437 (Maximus ab Ostia) e PCBE II, p. 1465. Altri vescovi attestati a Ostia nel IV-VI secolo sono Florentius (PCBE I, p. 838), Bonus (PCBE I, p. 346), Bellator (PCBE I, p. 281-282), Aristo (PCBE I, p. 187) e Gloriosus (PCBE I, p. 933). Cfr. anche Van Haeperen 2019, p. 22-23.

    6 Mansi 1759, II, col. 477, (Leontius et Mercurius presbyteri ab Ostiis); PCBE II, p. 1284-1285 e 1504. Un altro presbitero ostiense (Innocentius) è citato in CIL XIV, 1879.

    7 Aug., Breuiculus Collationis cum Donatistis, PL XLIII, col. 641: … cum aliud habeat Ecclesiae catholicae consuetudo, ut non Numidiae, sed propinquiores episcopi episcopum Ecclesiae Carthaginis ordinent: sicut nec Romanae Ecclesiae ordinat aliquis episcopus metropolitanus, sed de proximo Ostiensis episcopus.

    8 LP I, 202.

    9 Sulla questione Nuzzo 2017, in part. p. 254-257 (con bibliografia).

    10 Monumenta Germaniae Historica. Auctores antiquissimi IX. Chronica minora I, Berolini 1892, 71: VI idus Aug. … et Ostense VII ballistaria Cyriaci Largi Crescentiani Memmiae Iulianetis et Ixmaracdi; Saxer 2000, p. 15-17. Sul santuario Mastrorilli 2012, p. 192-193 (con bibliografia).

    11 Saxer 2000, p. 40-43 e Bauer 2003, p. 50-52.

    12 Cfr. Bauer 2003, p. 52-54 e Van Haeperen 2019, p. 95-98 (con bibliografia).

    13 Le recenti precisazioni e il riordino dei dati relativi ai rinvenimenti del passato condotti da Simona Pannuzi mi dispensano in questa sede da ulteriori specificazioni al proposito (Pannuzi 2006; Pannuzi 2008; Pannuzi 2009; Pannuzi et al. 2006a; Pannuzi et al. 2006b; Pannuzi – Carbonara 2007). Vd. anche il contributo di S. Pannuzi e A. Carbonara in questo volume.

    14 Nuzzo 1996, p. 85-114.

    15 Nuzzo 1999, p. 39-40 n. A4.

    16 CIL XIV, 5237; Paribeni 1916, p. 178.

    17 Nuzzo 1999, p. 33-35.

    18 Marinucci 1991, p. 100-102, n. 23B (anno 372); CIL XIV, 5238 (anno 376); CIL XIV, 1880 (anno 384); Marinucci 1991, p. 104-105 n. 26 (anno 391); Marinucci 2012, p. 128 n. 138 (anni 407-422); Sijpesteijn 1990, p. 209 n. 10 (anno 416); Nuzzo 1999, p. 80-81 n. A185 (anno 420 o 446).

    19 Casamassa 1952-1954; Mastrorilli 2011, in part. p. 116-118. Sull’iscrizione vd. anche Germoni 2001, p. 437.

    20 IC II, p. 252-253 n. XXII.

    21 PLRE II, p. 219-220. Diversamente Boin 2010, p. 199-207.

    22 Per l’edizione delle iscrizioni vd. Nuzzo 1999; per la datazione del contesto Paroli 1999, p. 22. Cfr. anche Van Haeperen 2019, p. 255-256.

    23 CIL XIV, 1875; PLRE I, p. 152-154.

    24 Nuzzo 1999, p. 80 n. A184. Il vescovo è destinatario di una lettera di papa Gelasio (Löwenfeld 1959, p. 8 n. 14) e fu presente al primo concilio romano di papa Simmaco (Mansi 1762, VIII, col. 235: Bellator episcopus ecclesiae ostiensis e PCBE I, p. 281-282).

    25 Mazzoleni 2001, p. 283 e Mazzoleni 2002, p. 252.

    26 Marinucci 1991, p. 78-80 n. 2. Lo stesso Marinucci data l’iscrizione «nel III-IV secolo».

    27 Carletti 2018, p. 268-269.

    28 Calza 1949-1951, p. 136, ritiene di dover riferire l’iscrizione al ristretto periodo compreso tra il 308/309 e il 313, quando fu attiva a Ostia la zecca aperta da Massenzio e poco dopo chiusa da Costantino. Cfr. Lega 1997, p. 319-320 e anche Mazzoleni 2001, p. 283 e Mazzoleni 2002, p. 252.

    29 Lega 1997, p. 320.

    30 Come già rilevato in Mazzoleni 2001, p. 283 e Mazzoleni 2002, p. 251, Ferrua osservò che «nei dintorni di Roma solo Ostia e Porto sono centri in cui si possono ragionevolmente cercare iscrizioni precostantiniane» ma, nello stesso tempo, ammise che «non si potrebbe giurare sull’età precostantiniana di ciascuna» (Ferrua 1978, p. 597). Egli comunque condivise la seguente valutazione del Dessau: «De ecclesia Ostiensi ante principium saeculi IV a ueris auctoribus memoriae nihil est proditum … sed exstant tituli sepulcrales christianorum Ostiensium saeculo IV antiquiores non pauci» (CIL XIV, p. 5).

    31 Per quanto riguarda Roma il dato è estratto dall’Epigraphic Database Bari (http://www.edb.uniba.it). L’espressione dormit (in pace) si trova nelle epigrafi dei cimiteri romani già nel III secolo, per es. nella catacomba di Novaziano (ICUR VII, 20354, 20434, 20532, 20547) ed è presente anche nella forma greca ἐνθάδε κοιμᾶτε/κοιμᾶται (ἐν εἰρήνῃ). Essa è attestata pure a Porto dalle iscrizioni CIL XIV, 1943, 1954-1955, 1960, 1969; Thylander 1952, p. 362 n. B284. Per la diffusione in altri centri costieri del territorio laziale centro-settentrionale vd. De Rossi 1875, p. 104-105, 109; ICI II, 11; ICI IV, 21; Fiocchi Nicolai 1992, p. 35-38.

    32 L’epigrafe in questione è edita in CIL XIV, 566. Buonocore 2000, p. 219-228, nonostante l’opinione espressa da De Rossi (De Rossi 1867, p. 8), da Ferrua (Ferrua 1969, p. 144) e da Solin (Solin 1994, p. 226-227) in favore dell’appartenenza cristiana del personaggio menzionato nel testo iscritto sostanzialmente sulla base dell’onomastica, giudica l’iscrizione un «documento che non ha alcuna evidenza oggettiva di cristianesimo» (Buonocore 2000, p. 227). Egli data l’iscrizione, in accordo con De Rossi, nella seconda metà del II – forse inizio del III secolo (Buonocore 2000, p. 223).

    33 Rispettivamente CIL XIV, 1886, 1908 e 1960 (trovata a Porto); Buonocore 2000, p. 229.

    34 CIL XIV, 1876, 1907, 1912, 1919-1921, 1924, 1927; Marinucci 1991, p. 87-88 n. 9, p. 91-92 n. 14, p. 95-97 n. 18, p. 103-104 n. 25.

    35 La datazione nel III secolo è proposta da Ferrua (Ferrua 1983, p. 330-331). Alle epigrafi in elenco si aggiungono CIL XIV, 1885 e 1900, Ferrua 1983, p. 331 n. 20 e Marinucci 2012, p. 123 n. 150, in cui non è presente il verbo dormire.

    36 Cfr., in part. per le regioni orientali dell’impero, Mitchell 1999, p. 81-148 e Felle 2007, p. 159-161.

    37 Tertull., test., 2, 1 (PL I, col. 611): Non placemus Dominum praedicantes hoc nomine unico unicum, a quo omnia, et sub quo uniuersa. Dic testimonium si ita scis. Nam te quoque palam et tota libertate qua non licet nobis, domi ac foris audimus ita pronuntiare, Quod Deus dederit, et Si Deus voluerit, ea uoce et aliquem esse significas, et omnem illi confiteris potestatem, ad cuius spectas uoluntatem, simul et caeteros negas deos esse, dum suis uocabulis nuncupas, Saturnum, Iouem, Martem, Mineruam. Nam solum Deum confirmas, quem tantum Deum nominas, ut et cum illos interdum deos appellas, de alieno et quasi pro mutuo usa uidearis.

    38 Minuc. Fel., Octauius, 18 (PL III, coll. 291-292): Audio uulgus, quam ad coelum manus tendunt, nihil aliud quam DEUM dicunt; et DEUS MAGNUS EST; et DEUS VERUS EST, et SI DEUS DEDERIT. Vulgi iste naturalis sermo est, an Christiani confitentis oratio? Et qui Iouem principem uolunt, falluntur in nomine, sed de una potestate consentiunt.

    39 Il riferimento è già in Le Blant 1856, p. 173, nota 4.

    40 Ferrua 1983, p. 330-331. Cfr. anche Calza 1949-1951, p. 137.

    41 Nuzzo 2005, p. 133-134; Carletti 2008, p. 176.

    42 Nuzzo 1999, p. 103 n. A331.

    43 Meiggs 1973, p. 388-392; Boin 2013, p. 114-119; Van Haeperen 2019, p. 22-23; Karivieri 2020, p. 374-375.

    44 Nel periodo compreso tra il III e i primi anni del IV secolo sono stati datati anche alcuni sarcofagi ostiensi caratterizzati dalla presenza di temi iconografici cristiani: Deichmann – Bovini – Brandenburg 1967, p. 430 n. 1023, p. 431 n. 1026, p. 432 n. 1027, p. 434 n. 1037; Dresken-Weiland 1998, p. 67-68 n. 175, p. 68 n. 179.

    45 Calza 1940.

    46 Calza 1949-1951, p. 129-131; Olivanti 2001, p. 437.

    47 Nuzzo 1999, p. 80 n. A184.

    48 La prima notizia del ritrovamento è in Romanelli 1953, p. 285.

    49 CIL XIV, 1875; Orlandi 1997, p. 271-272.

    50 Brenk – Pensabene 1998-1999; Brenk 2005a, p. 30-31; Brenk 2005b. Più di recente sulla domus Pavolini 2011, p. 1040-1044.

    51 Calza G. 1940 e Calza G. 1941-1942. In questo senso anche Gobbi 1998, p. 477-480. Février 1958, p. 307-310, interpretò l’edificio come un monumento dedicato ai martiri sulla base del testo iscritto.

    52 Calza 1940, p. 69-71, interpreta in base all’iscrizione l’ambiente come un battistero.

    53 Burzachechi 1957-1959 e Burzachechi 1964.

    54 Brenk 2001, p. 265-266 e Brenk 2005b, in part. p. 91-93.

    55 Marrou 1966, p. 160-165. Più di recente, Boin 2013, p. 76-78 e Bolle 2019, p. 221-222.

    56 Brenk 2005b, p. 85-95. Vd. anche Danner 2018, p. 140-141.

    57 Egger 1960, p. 228. Il primo carattere potrebbe essere una F (seppure con una lunga apicatura superiore) e il terzo una C, diversamente da quanto appare dall’apografo del Burzachechi.

    58 Ladi 2000, p. 266-267.

    59 Calza G. 1949-1951, p. 129-131; Olivanti 2001, p. 437.

    60 Cfr. Van Haeperen 2019 , p. 193-194.

    61 Brenk 2001, p. 264 e Brenk 2005a, p. 29.

    62 La prima mensa si conserva in quattro frammenti che, riuniti con quelli conservati a Roma, a Palazzo Antonelli, restituiscono la figura di Cristo fra il collegio apostolico; è ritenuta di probabile produzione costantinopolitana e datata intorno al 400. La seconda, con rappresentazione di pesci, è datata nell’avanzato VI secolo (Pani Ermini 1978 e Chalkia 1991, p. 147 e 222). Dall’oratorio delle terme del Mitra provengono anche Marinucci 1991, p. 77-78 n. 1 e p. 108-109 n. 30.

    63 CIL XIV, 1875. Della lastra, murata fino alla metà del XIX secolo nell’Episcopio di Ostia, non sono noti il luogo, la data e le circostanze del rinvenimento.

    64 Per questa ipotesi vd. Fiocchi Nicolai 1994, p. 244-245. Per una sintesi sui ritrovamenti nell’area della chiesa medievale di S. Ercolano vd., oltre ai contributi di S. Panuzzi (nota 13), anche Van Haeperen 2019, p. 259.

    65 Cfr. Orlandi 1997, p. 271-272. L’ipotesi è espressa anche in Février 1958, p. 299.

    66 Cfr. supra.

    67 Aug., Ep. 130 (CSEL 44, p. 40-77), Ep. 131 (p. 77-79) ed Ep. 150 (p. 380-382).

    68 PLRE I, p. 732-733 (Anicia Faltonia Proba 3). Vd. anche lo Stemma 7 a p. 1133.

    69 Mastrorilli 2007, p. 232-233. Cfr. anche Van Haeperen 2019, p. 257-258.

    70 Fiocchi Nicolai 1994, in part. p. 244-245.

    71 Fiocchi Nicolai 2015.

    72 Nuzzo 1999, p. 80 n. A184. Cfr. anche Van Haeperen 2019, p. 256.

    73 Nuzzo 1999, p. 92-93 n. A256. Il frammento è stato ritrovato nel corso della pulizia di alcune tombe del colombario 1 della necropoli adiacente la basilica. Dallo stesso ambiente proviene anche una lamina circolare in piombo con il monogramma cristologico a rilievo (Morandi 1982, p. 66 e fig. 25).

    74 A proposito dei caratteri della scrittura epigrafica filocaliana e delle sue imitazioni cfr. Ferrua 1939, p. 43-46 e Ferrua 1942, p. 22-35.

    75 Il frammento è stato di recente considerato in Fiocchi Nicolai 2018, in part. p. 133-134, nel quadro degli interventi edilizi dei vescovi di Roma nelle diocesi limitrofe.

    76 Nuzzo 2013, p. 493-497; Fiocchi Nicolai 2018, p. 139.

    77 Nuzzo 1999, p. 86 n. A204.

    78 Nuzzo 2016, p. 378-381. Cfr. anche Mastrorilli 2007, p. 318.

    79 Saxer 2000, p. 43.

    80 Cfr. per es. Calza 1949-1951, p. 135-136.

    Ostia e Portus dalla Repubblica alla Tarda Antichità

    X Facebook Email

    Ostia e Portus dalla Repubblica alla Tarda Antichità

    Ce livre est diffusé en accès ouvert freemium. L’accès à la lecture en ligne est disponible. L’accès aux versions PDF et ePub est réservé aux bibliothèques l’ayant acquis. Vous pouvez vous connecter à votre bibliothèque à l’adresse suivante : https://freemium.openedition.org/oebooks

    Acheter ce livre aux formats PDF et ePub

    Si vous avez des questions, vous pouvez nous écrire à access[at]openedition.org

    Ostia e Portus dalla Repubblica alla Tarda Antichità

    Vérifiez si votre bibliothèque a déjà acquis ce livre : authentifiez-vous à OpenEdition Freemium for Books.

    Vous pouvez suggérer à votre bibliothèque d’acquérir un ou plusieurs livres publiés sur OpenEdition Books. N’hésitez pas à lui indiquer nos coordonnées : access[at]openedition.org

    Vous pouvez également nous indiquer, à l’aide du formulaire suivant, les coordonnées de votre bibliothèque afin que nous la contactions pour lui suggérer l’achat de ce livre. Les champs suivis de (*) sont obligatoires.

    Veuillez, s’il vous plaît, remplir tous les champs.

    La syntaxe de l’email est incorrecte.

    Référence numérique du chapitre

    Format

    Nuzzo, D. (2023). Le iscrizioni cristiane di Ostia. In M. L. Caldelli, N. Laubry, & F. Zevi (éds.), Ostia e Portus dalla Repubblica alla Tarda Antichità (1‑). Publications de l’École française de Rome. https://doi.org/10.4000/books.efr.49082
    Nuzzo, Donatella. « Le iscrizioni cristiane di Ostia ». In Ostia e Portus dalla Repubblica alla Tarda Antichità, édité par Maria Letizia Caldelli, Nicolas Laubry, et Fausto Zevi. Rome: Publications de l’École française de Rome, 2023. https://doi.org/10.4000/books.efr.49082.
    Nuzzo, Donatella. « Le iscrizioni cristiane di Ostia ». Ostia e Portus dalla Repubblica alla Tarda Antichità, édité par Maria Letizia Caldelli et al., Publications de l’École française de Rome, 2023, https://doi.org/10.4000/books.efr.49082.

    Référence numérique du livre

    Format

    Caldelli, M. L., Laubry, N., & Zevi, F. (éds.). (2023). Ostia e Portus dalla Repubblica alla Tarda Antichità (1‑). Publications de l’École française de Rome. https://doi.org/10.4000/books.efr.48573
    Caldelli, Maria Letizia, Nicolas Laubry, et Fausto Zevi, éd. Ostia e Portus dalla Repubblica alla Tarda Antichità. Rome: Publications de l’École française de Rome, 2023. https://doi.org/10.4000/books.efr.48573.
    Caldelli, Maria Letizia, et al., éditeurs. Ostia e Portus dalla Repubblica alla Tarda Antichità. Publications de l’École française de Rome, 2023, https://doi.org/10.4000/books.efr.48573.
    Compatible avec Zotero Zotero

    1 / 3

    Publications de l’École française de Rome

    Publications de l’École française de Rome

    • Mentions légales
    • Plan du site
    • Se connecter

    Suivez-nous

    • Flux RSS

    URL : https://publications.efrome.it

    Email : publication@efrome.it

    Adresse :

    Piazza Navona, 62

    I-00186

    Roma

    Italia

    OpenEdition
    • Candidater à OpenEdition Books
    • Connaître le programme OpenEdition Freemium
    • Commander des livres
    • S’abonner à la lettre d’OpenEdition
    • CGU d’OpenEdition Books
    • Accessibilité : partiellement conforme
    • Données personnelles
    • Gestion des cookies
    • Système de signalement