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Middle Ages without borders: a conversation on medievalism

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Tommaso di Carpegna Falconieri
, 
Pierre Savy
, 
Lila Yawn

c) Il medioevo evanescente. Prove di stile nella Roma di inizio Novecento

Introduzione

Texte intégral

1Roma nei primi due decenni del Novecento è un crogiolo in cui si sperimentano in architettura e nelle arti figurative linguaggi che attengono a tradizioni diverse e convergenti, alla ricerca di un’identità in cui eclettismo, avanguardia e storicismo convivono e interagiscono, guardando contemporaneamente al vecchio e al nuovo. In questa congerie il medioevo è al contempo radice ed esperimento, fuori da binari filologici e rigorosi, in cui la dimensione onirica ed esotica si combina con il ricorso alla tradizione per produrre idee unificanti e potenzialmente “nazionali”. Nello specifico si esaminano gli esperimenti di Gino Coppedè nel nuovo quadrante di espansione urbanistica tra via Salaria e via Nomentana, dove si esplicita la filiazione del nuovo dall’antico per citazioni eclettiche e più o meno consapevoli estrazioni da un medioevo serbatoio di temi e miti. Qui l’uso noncurante del segmento medievale annega nella fantasmagoria di richiami affrancati dall’obbligo filologico. A Roma il medioevo diviene anche fucina di elementi per la genesi di un immaginario nazionale, come nel caso del padiglione della Serbia all’Esposizione Internazionale del 1911, dove si propone la declinazione di una leggenda che affonda nel

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