1 Coloro ai quali l’espressione «superare crescendo» dovesse apparire troppo semplice per la filosofia possono senza conseguenze modificare la mia espressione in questo modo: «Questo pensiero, nell’atto stesso della sua formulazione obiettiva, trascende la propria attualità soggettiva e in maniera imperativa postula l’universalità dell’intelletto». Del resto, in generale e al di là degli scherzi, vorrei sapere cosa si possa avere contro l’uso in filosofia di concetti di ordine organico (come «crescita», «attraversamento nella crescita») dopo che l’intera psicologia, sia in Herbart sia nella scuola inglese, è stata inondata da concetti di significato meccanico.

2 Cfr. sopra: Certezza della ragione.

3 Cfr. sopra: Primo inizio della filosofia teoretica.

4 In Hegel, secondo il suo punto di vista, questa differenza assume una forma tale per cui il concetto di verità noto sin dall’inizio è un concetto generale, non de-terminato e non sviluppato (soltanto an sich), mentre la verità stessa che si ricerca è il medesimo concetto, tuttavia sviluppato dialetticamente nella pienezza delle sue determinazioni (an und für sich). Non occorre contrastare in anticipo questa prospettiva. Osserviamo, tuttavia, che secondo il metodo dialettico dello stesso Hegel il concetto della verità, sviluppato fino alla pienezza delle sue determinazioni, deve trapassare nel suo altro, vale a dire che la piena verità non può avere il proprio luogo nella sfera del concetto in generale (per quanto inteso nella maniera più ampia, ossia appunto in senso hegeliano).

5 Cfr., per esempio, il libro di Šestov Il bene nella dottrina del conte Tolstoj e di F. Nietzsche, San Pietroburgo, 1900.

6 Non attribuisco tale assurdità a Hegel stesso, ma i suoi uccelletti hanno ricavato a forza proprio questo dal nido da lui costruito.